“Venite, ho ucciso mio figlio”: il racconto di Piero Pesce ai carabinieri dopo il delitto di Asti
Avrebbe avuto problemi di ludopatia e alcolismo il 28enne Valerio Pesce, ucciso all'alba di questa mattina nell'abitazione di Canelli (Asti) che condivideva con il padre. A compiere il delitto sarebbe stato proprio il 61enne Piero Pesce che ha poi allertato il 112. "Venite, ho ucciso mio figlio" avrebbe detto nella conversazione con le forze dell'ordine.
Secondo quanto rilevato dagli agenti intervenuti sul posto, il ragazzo è stato ucciso con diverse coltellate al culmine di un litigio dovuto ad alcuni debiti. Il 28enne era tornato nell'abitazione di Canelli da un mese e gestiva da alcuni anni una tabaccheria ad Alba. Stando alle prime informazioni, il padre si è dichiarato "esasperato" dai problemi del figlio e dalle continue difficoltà economiche alle quali sottoponeva la famiglia.
Padre e figlio vivevano a casa da soli: la madre del 28enne, infatti, era venuta a mancare già diverso tempo fa. Rimasto solo, Piero Pesce ha cresciuto il figlio Valerio fino a quando lui non ha deciso di abbandonare la casa familiare per andare a vivere per conto suo. Non sono chiari i motivi che hanno spinto il 28enne a tornare a Canelli: si ipotizza che il ragazzo possa aver preso la decisione a causa dei problemi economici che ludopatia e alcolismo causavano.
Padre e figlio si erano scontrati diverse volte per questioni economiche e l'omicidio sarebbe avvenuto all'alba di questa mattina proprio al culmine di una di queste discussioni. Le forze dell'ordine hanno rinvenuto il cadavere all'interno della camera da letto dell'abitazione in una pozza di sangue.
La dinamica dell'omicidio non è ancora stata resa nota dalle forze dell'ordine che hanno interrogato a lungo il 61enne. Stando alle informazioni rese pubbliche, però, l'uomo ha ammesso tutti i capi di accusa e ha confermato di aver accoltellato il figlio più volte.