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“Venite, ho ucciso mia mamma”, strangola la madre col foulard a letto e chiama i soccorsi ad Arezzo

La tragedia di San Giovanni Valdarno, in provincia di Arezzo, scoperta quando la donna ha chiamato il 112 in lacrime confessando di aver ucciso l’anziana madre. La vittima pare si fosse trasferita da poco in casa della figlia perché non più autosufficiente.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di repertorio
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“Venite, ho ucciso mia mamma”, così la 66enne Giuseppina Martin ha confessato in una chiamata ai numeri di emergenza di aver ucciso l’anziana madre Mirella Del Puglia ieri, nella sua abitazione di San Giovanni Valdarno, in provincia di Arezzo. La donna, sottoposta immediatamente a stato di fermo e interrogata per ore, è stata infine trasferita in carcere nell’attesa dell’interrogatorio di garanzia col giudice.

La tragedia si è consumata nelle prime ore della mattinata di ieri, domenica 9 marzo, nel quartiere Bani di San Giovanni Valdarno. L’allarme è scattato all’alba quando una chiamata di emergenza al 112 da parte della 66enne informava del delitto della 92enne in casa. "Venite presto, ho ammazzato la mamma", avrebbe riferito la donna in lacrime agli operatori.

Per la pensionata inutili i soccorsi inviati sul posto che hanno solo potuto accertarne il decesso. La figlia, fermata, si è sentita male poco dopo ed è stata accompagnata in pronto soccorso prima dell’interrogatorio fiume e il trasferimento nel carcere femminile di Sollicciano a Firenze.

Sul corpo della 92enne, che giaceva ancora a letto, sarebbero stati rinvenuti segni evidenti di strangolamento mentre la figlia avrebbe confessato il delitto dicendo di aver usato un foulard per ucciderla. L’assassinio sarebbe avvenuto nel sonno ma in casa gli inquirenti non hanno trovato segni di colluttazioni e il movente resta tutto da accertare.

Secondo le prime notizie, la vittime nell’ultimo periodo non era più autosufficiente a causa dell’età avanza e dei problemi di salute e per questo da alcune settimane si era trasferita nella casa della figlia e col genero per essere accudita. Su questo aspetto gli inquirenti stanno indagando per cercare di capire la dinamica dentro la quale è maturato il delitto.

Al momento infatti non risultano segnalazioni di maltrattamenti o situazioni particolari in casa anche se la famiglia pare stesse affrontando un momento difficile dopo il trasferimento dell’anziana a causa delle condizioni di salute non le permettevano più di abitare da sola.

Gli accertamenti investigatavi proseguiranno anche nei prossimi giorni sia con un nuovo interrogatorio della figlia sia con una probabile autopsia sulla vittima la cui salma è stata trasferita in obitorio in attesa delle decisioni dei magistrati.

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