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Venezia, l’annuncio di don Marco ai fedeli: “Sono innamorato, lascio il sacerdozio”

Don Marco Scarpa, 49 anni, ha informato i fedeli durante la messa della domenica: “Da domani vivrò un tempo di sospensione dal servizio di prete, per poter proseguire in un cammino di verifica sulla mia vita e su aspetti importanti delle mie scelte, soprattutto nell’ambito dell’affettività”.
A cura di S. P.
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Si è congedato durante la messa della domenica con un annuncio dal pulpito della Chiesa di San Pantalon, a Venezia, e anche con un messaggio su Facebook rivolto a tutti i suoi amici. Per don Marco Scarpa, 49enne responsabile diocesano per l'ecumenismo, è arrivato il momento di togliersi l’abito da sacerdote. Ai fedeli della sua chiesa il parroco ha spiegato di aver deciso, insieme al patriarca Francesco Moraglia, di lasciare almeno per il momento il sacerdozio. “Con questa Domenica si conclude il mio servizio di parroco a san Pantalon – ha scritto ai suoi amici su Facebook – . D'accordo col Patriarca, da domani vivrò un tempo di sospensione dal servizio di prete, per poter proseguire in un cammino di verifica sulla mia vita e su aspetti importanti delle mie scelte, soprattutto nell'ambito dell'affettività, cammino che ho intrapreso da tempo e che ora mi porta davanti al Signore a questo nuovo passo”.

I messaggi dei parrocchiani – Il sacerdote non è sceso nei particolari, ma il riferimento all’“ambito dell’affettività” ha immediatamente fatto pensare alla presenza di una relazione sentimentale. Anche secondo il Gazzettino il tramonto della vocazione sarebbe legato a questioni di cuore e, leggendo i messaggi che accompagnano il suo annuncio, sembra che la notizia sia stata accolta senza particolari problemi dai parrocchiani. “Un abbraccio, i momenti di riflessione non ti hanno mai spaventato”, ha scritto per esempio Maria Paola rivolgendosi al 49enne. E ancora, in un altro messaggio si legge: “Caro Marco, in bocca al lupo per i tuoi nuovi percorsi. E bravo per affrontare delle scelte che immagino, comunque, non facili da prendere: non è da tutti, penso sia una cosa di cui essere fieri”.

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