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Venezia, cadde nella piscina vuota e rimase tetraplegico: Giovanni muore dopo 11 anni di sofferenze

Dopo una lunghissima sofferenza è morto Giovanni Zecchini, il  ragazzo di Mira – in provincia di Venezia – che nel 2012 precipitò dal tetto di una piscina in fase di ristrutturazione, in località Valmarana.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo undici anni di sofferenza è morto Giovanni Zecchini, il  ragazzo di Mira – in provincia di Venezia – che nel 2012 precipitò dal tetto di una piscina in fase di ristrutturazione, in località Valmarana. La vasca sottostante era vuota, per i lavori in corso: Giovanni fece un volo di una decina di metri procurandosi lesioni gravissime.

Il giovane, che all’epoca del terribile incidente aveva solo 13 anni, da quel momento era rimasto tetraplegico, con gravi lesioni cerebrali, e da diverso tempo necessitava di un’assistenza costante con cure particolari in strutture dedicate. L'incidente si verificò la sera del 19 luglio del 2012, quando un gruppo di ragazzini, attratti dalle grida di alcuni coetanei, raggiunsero i lucernai dell’ultimo piano della piscina comunale di Mira nel polo sportivo Valmarana, che in quel periodo era chiusa per ristrutturazione e semivuota. Il lucernaio non resse il peso del tredicenne, che precipitò nel vuoto. Gli amici chiamarono subito i soccorsi e i genitori ma le lesioni subite lo lasciarono completamente invalido.

Sulla vicenda venne aperta un’inchiesta e celebrato un processo. Sul banco degli imputati finirono sia l’allora sindaco Alvise Maniero, eletto appena qualche settimana prima, che altre sei persone, tra le quali il gestore della piscina comunale, il dirigente tecnico del Comune di Mira ma anche altri funzionari oltre ai responsabili della sicurezza del cantiere e delle ditte che stavano effettuando i lavori all’interno della struttura sportiva. L’ipotesi della Procura era infatti che non fossero state predisposte adeguate misure di sicurezza nel cantiere necessarie per impedire l’accesso alla struttura. Tutti gli imputati furono accusati di lesioni gravi e colpose. Il processo è durato ben 10 anni e si è concluso lo scorso gennaio con l’assoluzione degli imputati.

I legali della famiglia di Giovanni presentarono però ricorso in appello ma alla fine si trovò un’intesa extragiudiziaria per il risarcimento, pagato dall’assicurazione del Comune al ragazzo e alla sua famiglia.

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