Veneto piegato dalla grandine, viaggio nei comuni colpiti : “È iniziato tutto improvvisamente”
"Sono stati dieci minuti in cui è venuto giù di tutto", esordisce il sindaco di Cornuda, nel trevigiano, Claudio Sartor, mentre già nella mattinata iniziava il giro del territorio per la conta dei danni. "La grandine ha sfondato il soffitto e il controsoffitto penetrando all'interno", ci mostra indicando il bocciodromo comunale.
"Cadevano chicchi di grandine come palle da tennis, nessuno mai ricorda di aver visto una cosa del genere in questo territorio", incalza sconcertato il sindaco di Cornuda, "nessuno ha memoria di una calamità simile a quella che abbiamo registrato ieri sera qui, e nei comuni limitrofi di Cavaso del Tomba, Crocetta del Montello, solo per citarne alcuni".
Poco più in là, a 400 metri di distanza da dove incontriamo il sindaco, c'è l'azienda agricola di Gianni Garizzo: serre, vivai, pannelli solari, coperture agricole. "È iniziato tutto improvvisamente", ci racconta, "prima qualche chicco, poi è iniziata una grandinata mastodontica, mai vista prima. Ci siamo dovuti riparare nella struttura in legno, perché i vetri temperati del soffitto avevano iniziato a esplodere cadendo in mille pezzi sopra ai materiali".
Istanti di paura, vetri su tutti i pavimenti e sui prodotti di vendita, "una stima approssimativa dei danni? Forse sui 100, 150 mila euro", per neanche dieci minuti di inferno fatto di vento e ghiaccio.
Dalla provincia di Venezia, anche il sindaco di Dolo, Alberto Polo, conferma gli ingenti danni. "Alle proprietà dei cittadini i danni sono ancora da contare. Macchine, impianti tecnologici, fotovoltaico, restauri con il bonus efficientamento appena fatto, sono stati momenti pericolosi". Continua sui feriti: "Fortunatemente non sono stati registrati ricoveri gravi sotto l'aspetto sanitario. Siamo stati fortunati su questo, però in quanto a danni non possiamo dire altrettanto".