Veneto, a scuola vietati bermuda e canottiere: studenti rischiano la bocciatura

Con l’arrivo del caldo, gli alunni “alleggeriscono” il loro abbigliamento: bermuda e canottiere, gonne corte e shorts sono ormai l’abitudine a scuola. Non tutte però consentono questa libertà agli studenti. Come riporta il Giornale di Vicenza, alcuni ragazzi dell'Istituto Tecnico ‘De Pretto’ di Schio sono stati punti con una nota sul registro di classe. Nella scuola infatti è stata pubblicata una circolare che, con l’arrivo delle temperature più alte, impone un abbigliamento consono al luogo di studio: pantaloni e gonne fino al ginocchio e niente ascelle scoperte: “Per gli iscritti corre l’obbligo di presentarsi a scuola con un abbigliamento consono a un luogo di studio e di lavoro e di tenere un comportamento educato e rispettoso verso persone e cose”. La vice preside, Barbara Scapin, ha spiegato al ‘Giornale di Vicenza’: “Non vogliamo limitare la libertà dei ragazzi, ma semplicemente far rispettare le regole che la nostra scuola ha adottato. Questo non è un mercato, ma un ambiente disciplinato: per questo le famiglie ci apprezzano”. E il rischio per chi infrange il regolamento è enorme. Una nota sul registro per chiunque non lo rispetta. Alla terza segnalazione, a causa del voto in condotta, si rischia di dover ripetere l’anno.
Gli studenti hanno minacciato uno sciopero, a pochi giorni dalla fine dell’anno scolastico e della maturità, appellandosi al diritto alla salute e alla Dichiarazione universale dei diritti umani. “Punire gli allievi che lottano contro l’afa è incostituzionale, va a ledere il diritto alla salute, la Convenzione per i diritti dell’infanzia e i fondamentali diritti di ogni uomo”. Il rappresentante degli studenti, Luca Dalla Costa, spiega: “Nemmeno i professori la pensano tutti allo stesso modo, ma sono obbligati a ubbidire alla regole. In ogni caso, non mi pare che mettersi pantaloni lunghi e gonne al ginocchio comporti tutta questa sofferenza. Anzi, è una cosa del tutto sopportabile”. Su Facebook gira un video, pubblicato da qualche giovane di Schio, che invita addirittura gli studenti a una mobilitazione nazionale “contro l’ipocrisia anacronistica dell’abbigliamento da college”. “Volgarità e maleducazione sono un’altra cosa. Anche un abbigliamento leggero può essere elegante e rispettoso. Invece di restare un universo fuori dalla realtà anche nel modo di vestire, la scuola italiana dovrebbe preoccuparsi di dare agli studenti gli strumenti per trovare un posto di lavoro”.