Vendeva documenti segreti Nato ai russi, capitano Walter Biot condannato a 20 anni per spionaggio
Venti anni di carcere per spionaggio, è questa la sentenza di condanna per Walter Biot il capitano della marina militare italiana accusato di aver venduto documenti segreti ai russi in cambio di soldi. L'ufficiale di marina è stato ritenuto colpevole dalla Corte d'Assise di Roma nel primo grado del processo penale in cui è imputato. La sentenza è stata emessa oggi al termine del processo svolto a porte chiuse. Una pena pesante quella dei giudici del tribunale della Capitale che è superiore anche alla richiesta dei pm ma accolta con favore dai suoi legali.
Durante l'arringa finale, infatti, il pm Gianfederica Dito, che sosteneva l'accusa, aveva chiesto per il militare la pena di 18 anni di reclusione per i reati di spionaggio, corruzione e rivelazione di notizie che nell'interesse della sicurezza dello Stato debbono rimanere segrete.
Per le stesse accuse di rivelazione di segreti militari a scopo di spionaggio, Walter Biot è stato già condannato in primo grado a 30 anni di reclusione dal tribunale militare della Capitale. Per questo i suoi legali ritengono la condanna di oggi un buon risultato. "Con la decisione della Corte d’Assise di Roma siamo passati da una condanna a 30 anni del Tribunale Militare ad una condanna a 20 anni in primo grado. Questo è un primo risultato a cui stanno conducendo le battaglie di civiltà giuridica della difesa, affinché lo Stato di diritto ed i suoi principi prevalgano sulla ragion di Stato" hanno dichiarato infatti gli avvocati Roberto De Vita e Antonio Laudisa
"Siamo certi che in Appello e in Cassazione ci sarà un giudice che riconoscerà i diritti di Walter Biot e affermerà che nessuno può essere giudicato con prove segrete" hanno aggiunto i legali. Il procedimento militare ora è pendente davanti ai giudici militari d'Appello.
Walter Biot si trova attualmente nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere dove è stato rinchiuso dopo l'arresto nel marzo del 2021. Il capitano fu bloccato dai carabinieri del Ros nel parcheggio di un centro commerciale della Capitale mentre era intento a cedere notizie coperte da segreto a funzionari dell'ambasciata russa.
Secondo l'accusa, il capitano, all'epoca in servizio presso lo Stato maggiore della Difesa, avrebbe consegnato alle spie di Mosca almeno 9 documenti "Riservatissimi", secondo livello di sicurezza su quattro, ma soprattutto 47 documenti classificati come NATO SECRET (NS), un livello di classificazione che, come spiegano dall'Alleanza Atlantica, viene "applicato alle informazioni la cui divulgazione non autorizzata causerebbe gravi danni alla NATO".
Secondo gli investigatori, il capitano sarebbe stato spinto a tradire per bisogno di soldi a causa di un grave problema di famiglia. Le due spie russe, in servizio presso l"ambasciata russa a Roma e accusati di aver acquistato i documenti riservati da Biot, furono espulse dall'Italia.