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Veleni spacciati per compost: nei campi del Piemonte tonnellate di plastica, idrocarburi e mercurio

L’indagine “Fertil Plastic” del nucleo investigativo dei carabinieri forestali di Cuneo ha portato a undici misure cautelari per traffico di rifiuti. Scoperta un’azienda che avrebbe dovuto trattare fanghi e rifiuti per produrre compost di qualità, e invece sversava veleni nei campi della zona dell’Albese, dell’Astigiano e del Torinese.
A cura di Simone Gorla
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Veleni e fanghi di depurazione delle acque reflue che avrebbero dovuto diventare compost dopo un processo di novanta giorni, erano invece trattati per poche ore e sversati nei campi con la complicità di agricoltori della zona dell'Albese, dell'Astigiano e del Torinese che venivano pagati pochi euro la tonnellata per smaltire il prodotto pieno di plastica, mercurio, idrocarburi pesanti.

Veleni nei campi spacciati per compost: l'indagine dei carabinieri forestali

È quanto è stato scoperto dall'indagine "Fertil Plastic" del nucleo investigativo dei carabinieri forestali di Cuneo. I dettagli dell'inchiesta sono stati riportati dall'edizione locale de La Stampa. Con il supporto di 90 unità forestali di Piemonte e Liguria, i militari hanno notificato 11 misure cautelari per traffico illecito di rifiuti. Agli arresti domiciliari due dirigenti della società Olmo Bruno, 9 persone sono state sottoposte a obbligo di firma. Effettuate 18 perquisizioni tra sedi aziendali, laboratori chimici e abitazioni private, con il sequestro dell’intera azienda (2 ettari e due capannoni) e 40 ettari di terreni agricoli e/o incolti nelle province di Cuneo, Asti e Torino, dov’è stato scoperto lo spandimento del falso ammendante.

Le intercettazioni: "Mi avete caricato roba che fa veramente schifo"

Dai dialoghi intercettati dagli inquirenti emergono "gravi indizi di colpevolezza". Secondo la ricostruzione degli investigatori l’azienda indicava come "spese di trasporto compost" quelle che in realtà erano somme pagate per smaltire nei campi i rifiuti. Gli stessi agricoltori al telefono si lamentavano: "Mi avete caricato della roba che fa veramente schifo". Nelle intercettazioni, anche lo sfogo di un operaio: "Non ci fate poi andare nei casini a noi. Noi le cose ve le diciamo, poi se loro, di là, vanno avanti a fare delle cazzate, a questo punto te l’ho già detto: non chiamiamolo centro di compostaggio".

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