Veglia per Vanessa Ballan in Duomo: in quattrocento per dire basta alla violenza sulle donne
Una veglia silenziosa, rigorosamente a porte chiuse, quella organizzata nel Duomo di Castelfranco Veneto per ricordare Vanessa Ballan, la 26enne uccisa martedì scorso a coltellate, insieme al piccolo di due mesi che portava in grembo, da Bujar Fandaj nella sua casa di Spineda, nel comune di Riese Pio X.
In Chiesa erano presenti anche alcuni parenti delle due famiglie coinvolte nel tragico femminicidio, quella della ragazza e di suo marito, Nicola Scapinello. "Una comunità piegata dal dolore che vuole però stare vicino alle famiglie." – spiega il Presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon – "Il senso di essere qui è quello di esprimere la vicinanza di tutta la provincia perché questi avvenimenti ci hanno lasciati tutti sconcertati".
La veglia, tenutasi nel luogo che ha visto crescere Vanessa Ballan prima del suo incontro con Scapinello, è stata molto partecipata. In quattrocento si sono radunati nel Duomo per riempire ogni angolo della chiesa.
Un amico di Vanessa, Alberto, ci spiega: "Questi femminicidi devono finire, la situazione sta degenerando. Ci dispiace moltissimo per quanto è accaduto e cerchiamo di ricordarla tutti con un bel saluto". Poche parole, quanto basta per lanciare un messaggio chiaro: "Basta femminicidi". Poco dopo il passaggio di Alberto, entra in chiesa anche una parente di Vanessa. Lei l'ha vista crescere? "Da piccola sì, poi ci si perde. Non so neanche cosa dire, veramente, in questo periodo è una cosa tremenda, è un dolore immenso".
La vicesindaca di Castelfranco Veneto, Marica Galante, spiega: "Un lutto ed un dolore che non ha parole, che pone interrogativi enormi che ci ha profondamente scosso a pochi giorni dal delitto di Giulia Cecchettin. Un problema che continua a rimanere e sul quale bisogna porsi degli interrogativi profondi, soprattutto a livello istituzionale. Si tratta di un problema che continua a rimanre e sul quale bisogna lavorare intensamente".