Vegetariani, vegani, fruttariani e crudisti, tutte le abitudini a tavola degli italiani
Dal punto di vista alimentare l’Italia è sicuramente un Paese in continua evoluzione. Se da un lato aumentano sempre più i noti vegetariani e i vegani (i primi non mangiano carne e pesce, i secondi rifiutano tutti i cibi di origine animale compresi i derivati), dall’altro recentemente sono nate anche altre “categorie” per le quali è necessario far ricorso a dei neologismi. Esistono ad esempio i crudisti – la cui dieta prevede solo alimenti crudi, non trasformati o cotti a una temperatura inferiore ai 50° -; i fruttariani – che seguono una alimentazione basata su frutta dolce, ortaggi, olive e avocado -; i seguaci della macrobiotica e anche i pescetariani e i pollotariani. I pescetariani sono i cultori del consumo esclusivo di pesce, i pollotariani quelli che mangiano solo carne di pollo. La scelta di quanti escludono dalla loro alimentazione la carne rossa potrebbe essere stata almeno parzialmente influenzata dal rapporto Oms di ottobre.
Altre tendenze alimentari sono ancora più “estreme”: esiste ad esempio il locavorismo, una teoria alimentare che consiste nel consumo di cibi locali, prodotti e trasformati in un raggio di circa 200 chilometri dalla propria casa, e anche la dieta paleolitica che è quella che ammette solo gli alimenti che l’uomo può reperire in natura con la caccia, la pesca e la raccolta di radici, bacche, verdura e frutta, preferibilmente freschi e non oggetto di trasformazione industriale. Esiste poi il regime reducetariano, che limita il consumo di carne, pesce e tutto ciò che deriva dagli animali circoscrivendone l’assunzione al week end o a un solo giorno nell’arco di una settimana. E addirittura c’è chi si definisce breathariano e dichiara di poter vivere senza mangiare ma semplicemente “respirando” aria e sole.