Vatileaks, Papa: “Errore scegliere Balda e Chaouqui, continuo pulizia di Ratzinger”
Nel corso della conferenza stampa che Papa Francesco ha tenuto sul volo che lo ha riportato da Bangui a Roma, dopo il viaggio in Africa che gli ha permesso di aprire la porta santa del Giubileo, ha trovato spazio la vicenda Vatileaks2. “Credo che è stato fatto un errore nel nominare monsignor Balda e Francesca Chaouqui per la Cosea”, ha detto Bergoglio spiegando che lui è stato scelto perché era segretario della Prefettura, “e lui ha scelto la donna”. Come evitare che queste cose si ripetano? “Ringrazio Dio – ha risposto Papa Francesco – che non ci sia Lucrezia Borgia, non so, ma con i cardinali continuiamo la pulizia”. Bergoglio ha assicurato che continuerà dunque l’opera iniziata da Ratzinger contro la corruzione nella Chiesa. Per Francesco, infatti, il primo a denunciare la corruzione in Vaticano è stato proprio il Papa emerito Benedetto XVI. “Tredici giorni prima che morisse Wojtyla, Ratzinger ha parlato della sporcizia nella Chiesa – ha spiegato Bergoglio – e poi lo ha rifatto nella messa pro eligendo pontifice”. “Noi lo abbiamo eletto per questa sua libertà di dire le cose: è da quel tempo che in Vaticano c'è la corruzione, e su questo giudizio io ho dato ai giudici le accuse concrete”, ha spiegato ai giornalisti.
“Importante la denuncia della corruzione” – Ora, ha continuato Papa Francesco, la palla passa a giudici e avvocati, la difesa deve presentare le eccezioni, “sono cose concrete e tecniche, non le ho lette, avrei voluto che il processo fosse concluso per l'8 dicembre, per l'anno della misericordia, ma credo che non si possa, vorrei che tutti gli avvocati abbiano tempo di difendere, c'è il diritto alla difesa, ma la corruzione viene da lontano”. “La stampa libera, laica ma anche confessionale, perché la professionalità della stampa può essere laica o confessionale” è “importante che dia le notizie sulla corruzione”, ha inoltre detto il Papa parlando ancora di Vatileaks: “È importante la denuncia della corruzione, è un bel lavoro; lì c'è corruzione, poi il responsabile deve fare il giudizio, ma la stampa deve dire tutto, senza i suoi 3 peccati, che sono disinformazione, calunnia e diffamazione”.