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Italo D'Elisa ucciso da Fabio de Lello a Vasto

Vasto: i legali di Di Lello chiedono domiciliari: “Sta malissimo, piange in continuazione”

A 15 giorni dall’arresto, il legali del 34enne che ha colpito a morte il giovane che aveva travolto e ucciso la moglie, hanno presentato domanda di riesame del provvedimento cautelare per accedere ai domiciliari data la sua situazione psicologica.
A cura di Biagio Chiariello
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 I legali di Fabio Di Lello, il 34enne di Vasto che lo scorso 1° febbraio scorso ha sparato e ucciso il 21enne Italo D’Elisa, per vendicare la moglie investita da quest’ultimo, hanno presentato una istanza al gip, Caterina Salusti, con la quale hanno chiesto la concessione degli arresti domiciliari per il loro assistito. “Sta malissimo – dicono Pierpaolo Andreoni e Giovanni Cerella– piange in continuazione e non riesce a venire fuori da questo stato di prostrazione”. Secondo gli avvocati di Di Lello il regime carcerario è incompatibile con le condizioni del loro assistito, “per la grave situazione psicologica e psicofisica in cui versa”. Per i legali, dunque, ci sarebbero le condizioni per chiedere al giudice di rendere meno afflittiva la detenzione cautelare dell’uomo. Sarebbe stato proprio per le sue condizioni che lo scorso 4 febbraio non era stato possibile, per i pm Giampierio Di Florio e Gabriella De Lucia e per il gip Salusti procedere all’interrogatorio.

Di Lello è accusato dalla procura di Vasto di aver ucciso con tre colpi di pistola calibro 9 Italo D’Elisa di fronte a un bar su Via Perth. Secondo quanto emerso l'omicidio sarebbe da inquadrare in una vendetta nei confronti del giovane. La vittima era accusata dell’omicidio stradale della moglie del suo aggressore e l'udienza preliminare si sarebbe svolta nel palazzo di giustizia di Vasto il prossimo 21 febbraio. Ora quel procedimento giudiziario si è estinto, mentre sul 34enne pende l'accusa di omicidio volontario premeditato. "Fabio – ha raccontato la madre Michelina qualche giorno fa – si è lasciato andare piano piano. Soffrivamo molto nel vederlo così: si trascurava ed era ingrassato di 30 chili. Il nostro timore era che potesse suicidarsi, ma nessuno poteva immaginare questa tragedia. Avrei dovuto fare di più per aiutarlo".

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