Variante inglese, le linee guida del Ministero: “Tracciare anche i contatti a basso rischio”
Le nuovi varianti di coronavirus ora spaventano anche l'Italia. Una circolare diramata ieri dal dipartimento di Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria – guidato dal professor Giovanni Rezza – fornisce un aggiornamento sulla diffusione a livello globale delle nuove varianti SARSCoV2, indicando specifiche misure di controllo da applicare in Italia. Il documento, inoltrato a decine di ministeri, associazioni ed enti sia pubblici che privati, si concentra in particolare sulle varianti brasiliana, sudafricana e inglese, ma è quest'ultima in particolare a destare allarme tra gli esperti essendo ormai diffusa in 70 paesi del mondo, Italia compresa, e soprattutto essendo in breve tempo diventata dominante nel Regno Unito dove, proprio a causa sua, è stato registrato un picco di contagi tra l'inizio del dicembre 2020 e l'inizio di gennaio 2021.
La circolare del Ministero ricorda che "nel Regno Unito e in Irlanda del Nord la variante VOC 202012/01 (variante inglese, ndr) ha dimostrato di avere una maggiore trasmissibilità rispetto alle varianti circolanti in precedenza. Studi preliminari suggeriscono una maggiore gravità della malattia, tuttavia per confermare questo dato sono necessarie ulteriori analisi". Il documento aggiunge che su tale ceppo l’efficacia vaccinale "sembrerebbe limitatamente e non significativamente ridotta, sebbene siano necessari ulteriori studi per ottenere risultati definitivi".
Monitorare anche i contatti a basso rischio, anche a 14 giorni di distanza
La circolare ricorda che è molto alta la probabilità che la variante inglese si diffonda in tutti i paesi dell'Unione Europea, Italia compresa; per questo il Ministero della Salute ha diramato delle nuove linee guida sul contact tracing, che verrà significativamente potenziato. Le autorità sanitarie vengono invitate a "dare priorità alla ricerca e alla gestione dei contatti di casi COVID-19 sospetti/confermati da variante e identificare tempestivamente sia i contatti ad alto rischio (contatti stretti) che quelli a basso rischio di esposizione". Questi ultimi sono coloro che hanno avuto un contatto diretto (faccia a faccia) o che sono stati in un luogo chiuso con un caso COVID-19, a distanza minore di 2 metri e per meno di 15 minuti. Le nuove linee guida inoltre prevedono il tracciamento retrospettivo dei contatti del positivo fino a 2 settimane e il rispetto della quarantena oltre il decimo giorno. I contagiati sono inoltre invitati a "comunicare ai contatti in attesa dell’esito del tampone, di informare tempestivamente, a loro volta, i loro contatti stretti e di raccomandare loro il rispetto rigoroso delle misure precauzionali (distanziamento fisico/utilizzo mascherine)".