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Vanna Marchi muove guerra a Esposito e presenta ricorso a Corte Europea

Vanna Marchi e Stefania Nobile, condannate da una sentenza di cassazione per associazione a delinque e truffe fanno ricorso alla corte europea sulla base di un articolo de Il Giornale secondo il quale Esposito avrebbe anticipato l’esito della sentenza di Cassazione in pubblico.
A cura di Andrea Parrella
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Dopo il polverone sollevato dall'intervista di Antonio Manzo de Il Mattino al giudice Esposito e le dichiarazioni sulla sentenza di Cassazione in merito alla condanna per frode fiscale di Silvio Berlusconi, anche Vanna Marchi e Stefania Nobile, allora condannate dallo stesso per associazione a delinquere e truffe, hanno deciso di fare ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Il loro riferimento è l'articolo apparso su Il Giornale qualche giorno fa nel quale Stefano Lorenzetto  sosteneva come, pochi giorni prima di tale sentenza, il giudice di Cassazione avrebbe appunto anticipato quale sarebbe stato l'esito0 del giudizio. Ecco quanto affermato tramite il loro legale Liborio Cataliotti: "Dai due articoli pubblicati su Il Giornale a firmao nei giorni scorsiè emerso infatti che, pochi giorni prima di tale verdetto e dunque della discussione del processo davanti alla Corte di Cassazione, l'esito sarebbe stato anticipato dal presidente della Sezione di Cassazione Giudicante. Il giornalista ha anche precisato che il giudice avrebbe fatto affermazioni relative all'imputata Wanna Marchi che, stando alle parole del giornalista, gli sarebbe stata ‘antipatica' per usare un eufemismo".

Ciò che va precisato è che lo stesso Esposito abbia sottolineato, in un'intervista a Il Fatto Quotidiano pubblicata il giorno dopo l'articolo di Lorenzetto, la totale inconsistenza delle accuse mosse dallo stesso articolo. Il legale inoltre prosegue:

E' del tutto evidente che l'anticipazione di un giudizio da parte di uno dei componenti del Collegio Giudicante e l'espressione di sentimenti di ‘antipatia' nei confronti di un imputato ingenera seri dubbi sulla regolarità del giudizio. Quanto alla sentenza essa è stata letteralmente smantellata già da un ulteriore ricorso per cassazione presentato dal sottoscritto, discusso davanti ad altra Sezione della Suprema Corte nel 2011, che ha dimezzato le pene che erano state inflitte per associazione a delinquere e truffe. Dunque le mie clienti non mirano ad alcuno sconto di pena. Le mie assistite intendono solo veder riconosciuto che quel giudizio è stato irregolare, per una questione di principio

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