Vania, l’ultima boscaiola si è fatta strada tra gli uomini: “Dopo la morte di mio marito è stata dura”
Vania Zoppè ammetta fin dal primo secondo, "non credo di essere l'unica boscaiola, in Veneto e in Italia ce ne saranno sicuramente altre". Titolare di un'azienda, quello che ha fatto in vita sfata qualsiasi tipo di stereotipo sui lavori d'alpeggio: "io non mi sono mai sentita discriminata anche se nell'ambiente lavorativo sono circondata da soli uomini. Il rispetto c'è sempre stato". Dal 2018 ha iniziato a lavorare solamente nei territori colpiti dalla tempesta Vaia: la terribile calamità che stravolse per sempre l'equilibrio delle montagne venete, trentine e lombarde abbattendo 14 milioni di alberi.
Vania Zoppè si trova a suo agio nell'Altipiano del Cansiglio, provincia di Belluno. Le radure verdi, i boschi che si contendono i pascoli dei cavalli e delle mandrie d'alpeggio. Un paesaggio incantato dove ha trovato la pace dopo anni di sofferenza: "9 anni fa con mio marito avevo aperto l'azienda e solo un mese dopo lui si ammalò di leucemia e morì dopo un anno di lotta contro il cancro", racconta Vania Zoppè, "volevo mollare tutto. Per un mese non sono più salita nel bosco".
Un duro colpo per la sua attività. Ma la tenacia di Vania Zoppè, una guerriera senza rivali, gli ha salvato la vita. "Da un anno a questa parte tutto sta andando meglio. Ho la mia azienda da dieci anni, ho un nuovo compagno, Roberto Saviane, sono riuscita a fare gli investimenti giusti". Si lavora molto, "è impegnativo, alla sera arrivi a casa stanchissimo e le poche forze che ti rimangono io ho deciso di investirle sulla mia famiglia e i miei bambini". La vita nel bosco ha cominciato a sorriderle di nuovo.
Vania Zoppè ha un pensiero per tutte quelle giovani ragazze appassionate a lavoro che comunemente vengono associati al mondo maschile: "alle ragazze dico di non rinunciare alla passione che si ha, ogni sogno a cui si crede veramente si può realizzarlo".