video suggerito
video suggerito

Vanessa, strangolata a 20 anni dal fidanzato: voleva lasciarlo

Il 27 aprile 2012, sotto un cavalcavia nelle campagne di Enna, viene trovato il corpo minuto di una ragazza di 20 anni. È Vanessa Scialfa, uccisa dal compagno 34enne perché voleva lasciarlo. Francesco Lo Presti è stato condannato a 30 anni omicidio e occultamento di cadavere. L’ha strangolata con un cavo e poi l’ha soffocata con un panno intriso di candeggina.
A cura di Angela Marino
1.053 CONDIVISIONI
Immagine

Vanessa aveva 14 anni in meno del suo fidanzato, per questo i genitori si era opposti alla decisione di andare a convivere. Come la mamma e il papà avevano previsto, la giovane età di Vanessa fece insorgere solo dopo pochi mesi un nuovo desiderio di libertà e di scoperta e Vanessa decise di terminare la storia con il compagno. Lui, però, non era affatto disposto a lasciarla andare. Questa è la storia di Vanessa Scialfa, strangolata a 20 anni dal fidanzato. Il suo corpo viene trovato il 27 aprile 2012, sotto un cavalcavia nelle campagne di Enna. 

Vanessa era una ragazza solare, intraprendente. Figlia di Giovanni, custode comunale al teatro di Enna e di Isabella, casalinga, aveva frequentato l'istituto d'arte e sognava di disegnare gioielli. Nell'attesa, però, per non essere di peso alla famiglia, aveva trovato lavoro in un bar. La storia con Francesco Lo Presti inizia, proprio lì, 4 mesi prima di quel maledetto 27 aprile.

Quando questa storia comincia, Lo Presti ha 34 anni ed è un uomo che ha cambiato più volte lavoro. È stato uno spacciatore e consumatore abituale di hashish e marjuana, diventando anche collaboratore della polizia nelle indagini sullo spaccio. Ha un figlio adolescente e in passato di relazioni finite a causa della sua dipendenza dalle droghe e dell'opprimente e violento controllo esercitato sulle compagne.

Quando iniziano a frequentarsi, Francesco è premuroso e presente. Vanessa si stente amata e al centro delle sue attenzioni. Attenzioni che non tardano a diventare controllante presenza. Vanessa non se ne accorge, non si rende conto di essere stata isolata da ogni riferimento sociale. Quando è andata a vivere con lui Vanessa ha interrotto violentemente i rapporti con la famiglia, che aveva provato in tutti i modi a trattenerla. Aveva allentato i rapporti anche con gli amici e le amiche e aveva, a causa di ritardi e allontanamenti, anche pero il lavoro. Francesco voleva Vanessa solo per sé.

La ragazza però inizia a soffrire della lontananza dai fratelli e dai suoi e dopo poco meno di un mese e mezzo di contrasti, durante una manifestazione religiosa per il venerdì santo, si ricongiunge con la famiglia e con suo padre. I genitori adottano allora una strategia diversa per stare vicino alla loro figlia, accolgono in casa anche Francesco. Vanessa si mostra sollevata di aver ritrovato la propria famiglia e anche loro cominciano a pensare che la giovane stia a poco a poco uscendo dall'isolamento e tornando a sorridere. Non tutti sono felici di questo riavvicinamento: Francesco teme di perdere controllo sulla ragazza, comincia ad avere paura che lei possa scappargli.

Vanessa, infatti, non ne può più di quella relazione: il suo compagno ha problemi con il lavoro, chiede soldi in prestito per acquistare le droghe di cui fa uso, è "bugiardo" e le "manca di rispetto" come dice alla madre. L'escalation prosegue fino al 27 aprile, quando Francesco rincasa prima dell'orario previsto, a mezzogiorno. Si è licenziato, ma questo Vanessa non lo sa. Mentre aspetta che la ragazza ritorni assume della cocaina e, quando lei torna, inizia un furioso litigio scatenato dalla notizia del licenziamento di lui. Quello che succede dopo è lo stesso Lo Presti a raccontarlo con agghiacciante distacco:

Mentre era inchinata per prendere il giubbino le ho fatto un doppio giro al collo (con il cavo di un lettore dvd, ndr.) di scatto l'ho buttata sul letto […] inizio a stringere. Dopo cinque minuti ho visto che dal lato destro del naso e della bocca è iniziato a uscire sangue però non mi ha fatto nessuna impressione. Quando ho visto che non respirava più sono andato in bagno per lavarmi le mani […] . Poi ho controllato con l'orecchio il cuore, non batteva più, anche le unghie erano viola  […] Prendo il lenzuolo, avvolgo Vanessa, tipo a fagottino. L'ho messa direttamente nel cofano di dietro e la spazzatura nei sedili  […]. Quindi apro il cofano, prendo a Vanessa, scavalco con le gambe il guardrail, il tempo che l'ho posata, mi sono fatto il segno della croce e ho detto ‘perdonami'.

Dopo essersi accorto del fatto che la ragazza respira ancora, in realtà, l'uomo prende un panno lo imbeve di candeggina e la finisce soffocandola.Poi Francesco chiama il poliziotto dell'antidroga con il quale collaborava da anni. "Ho litigato con Vanessa, se n'è andata, no so dov'è". Quando lo interrogano nega di sapere dov'è la fidanzata, ma il giorno dopo crolla e conduce l'amico poliziotto dell'Antidroga sul luogo in cui ha abbandonato il corpo. Reo confesso, Francesco Lo Presti è stato incriminato subito per omicidio.

La famiglia di Vanessa è convinta che Lo Presti abbia avuto un complice e ha chiesto che vengano riaperte le indagini controllando in particolare la posizione di una persona, l'agente dell'Antidroga che Lo Presti avrebbe chiamato dopo il delitto per denunciare la falsa scomparsa della ragazza. Dai tabulati telefonici segnala  la chiamata che Lo Presti dichiara di aver fatto all'amico dell'Antidroga non risulta, mentre è stata invece rintracciata una chiamata in uscita in mattinata, prima che avvenisse il delitto. Questa e altre incongruenze (a fare le indagini sulla morte di VAnessa è stata la squadra Antidroga), hanno spinto la famiglia a chiedere che si continui a indagare. Lo Presti, invece, è stato condannato a 30 anni di carcere per omicidio e occultamento di cadavere.

1.053 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views