Vanessa Ballan cancellava i messaggi Whatsapp di Bujar Fandaj: lui la ricattava coi video
Vanessa Ballan per lungo tempo aveva taciuto sulle persecuzioni di Bujar Fandaj dopo la fine della loro relazione extraconiugale e avrebbe cancellato tutti i messaggi Whatsapp che l'uomo le inviava e usava anche per ricattarla con la minaccia di pubblicare alcuni loro video. È quanto emerge dalle prime indagini sul movente del femminicidio della 26enne Vanessa Ballan uccisa ieri a coltellate a Riese Pio X, nel Trevigiano, dal 41enne Bujar Fandaj.
Sono elementi fondamentali per contestualizzare il movente dell'omicidio ma anche per contestare al killer la premeditazione del delitto. Secondo il procuratore della Repubblica di Treviso, Marco Martani, nel telefono di Vanessa i messaggi di Bujar Fandaj venivano sistematicamente cancellati, probabilmente per evitare che il compagno potesse prenderne visione. Dopo la fine della loro relazione clandestina, durata dal 2022 fino all'estate del 2023, lui infatti aveva iniziato a perseguitarla con diversi messaggi di minacce o presentandosi al lavoro al supermercato dove lei faceva la cassiera, facendo finta di essere un normale cliente.
Solo quando l'uomo aveva tentato di accedere alla casa, scavalcando la recinzione, lei aveva deciso di sporgere querela per stalking, informando anche il marito e presentandosi con lui in caserma. La querela aveva fatto scattare subito una perquisizione domiciliare a carico di Bujar Fandaj durante la quale erano stati sequestrati i suoi cellulari, proprio alla ricerca dei messaggi di minacce che sul telefono della dona erano stati cancellati.
In quell'occasione, il giorno dopo la denuncia, come ricostruito sempre dal Procuratore, il 41enne aveva detto informalmente ai carabinieri che su uno dei telefoni c'erano dei video con cui lui ricattava Vanessa Ballan. Da allora, però, lui non aveva avuto più atteggiamenti considerati "allarmanti" e il caso fu valutato come non urgente.
"La valutazione fatta dal magistrato era di non urgenza. Alla luce di quanto successo quella valutazione si è dimostrata infondata ma in questi quasi due mesi non c'erano stati altri episodi" ha spiegato il Procuratore. Secondo Martani, inoltre, l'unica misura possibile in simili casi e è il divieto di avvicinamento alla vittima. Di fronte a una volontà omicida così marcata, come quella riscontrata nel delitto, l'unico modo di fermare il killer sarebbe stato l'arresto che però in quel momento non poteva essere applicato.