Vallanzasca e il furto di mutande, in aula si difende: “Mi hanno incastrato”
“Perché mi è stata fatta una cosa del genere non lo so, io so soltanto che entro Natale avrei dovuto discutere della mia liberazione condizionale e potevo tornare libero”: queste le parole pronunciate davanti al giudice da Renato Vallanzasca, il noto bandito arrestato il 13 giugno scorso perché accusato di aver rubato un paio di mutande e altra merce di poco valore in un supermercato di Milano. Al processo a Milano per furto aggravato che potrebbe costargli il beneficio del lavoro part time fuori dal carcere, Vallanzasca si è insomma difeso affermando di essere vittima di una trappola. Secondo il “bel Renè” un giovane lo avrebbe incastrato mettendo quella merce nella sua borsa. Nessun furto, dunque, da parte sua ma un “complotto” che ora mette a rischio la sua liberazione condizionale. Nelle dichiarazioni spontanee, Vallanzasca ha ricostruito l'accaduto: dalla fine della giornata di lavoro intorno alle 18, all'ingresso al supermercato pochi prima delle 19, quando “ho preso il cestello e ho iniziato la lista della spesa che avevo con me: salmone, insalata,…”.
Vallanzasca: “Se questa storia fosse vera, sarei da manicomio”
Renato Vallanzasca ha detto che aveva una tracolla e una borsa a mano quando si sarebbe avvicinato a lui una persona che lo avrebbe chiamato per nome. Si trattava di un giovane che conosceva la sua ex moglie e che vedendolo con entrambe le mani impegnate si sarebbe offerto di aiutarlo prendendo la borsa. Alle casse il ragazzo gli avrebbe restituito la borsa allontanandosi con una scusa. E al momento di pagare a Vallanzasca è stata trovata della merce nascosta. Per Vallanzasca, che ha detto anche che lui le mutande non le compra al supermercato e che quelle non erano della sua taglia, le immagini delle telecamere di sorveglianza e le impronte digitali sui proventi del furto potevano salvarlo, ma sono state distrutte. Inoltre ha aggiunto: “Chiedo di poter vedere Vallanzasca che ruba davanti alla telecamere e nel supermercato sotto casa sua. Se fosse vero, sarei da manicomio”.