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Valentina, medico calabrese in Lombardia: “Mamma, io non posso tornare a casa”

Patrizia è la mamma di Valentina, un medico calabrese che lavora in prima linea nell’emergenza coronavirus in un ospedale lombardo. Orari no stop e turni massacranti ormai da settimane. La sua foto seduta su una sedie a rotelle per riprendere fiato in una corsia dell’ospedale, diventa l’emblema di un’Italia che lotta per salvare vite umane. «Mamma io non posso tornare a casa, io sono un medico».
A cura di Dominella Trunfio
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medico lombardia
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«Quando è scoppiata l'emergenza coronavirus ho detto a mia figlia: ‘Valentina per favore torna a casa'. Sa cosa mi ha risposto?'Mamma io sono tua figlia, ma sono anche un medico e qui c'è bisogno di me, io ho il dovere di aiutare le persone, io devo servire gli altri».

Da un lato, c'è mamma Patrizia che da Reggio Calabria ogni sera, prima di andare a letto si augura che tutto vada bene, dall'altro c'è Valentina, sua figlia, medico trentenne che al pronto soccorso di un ospedale della Lombardia, la regione più colpita da Covid-19, lavora in prima linea e allo stremo delle forze. La sua foto, accovacciata su una sedia a rotelle, nella corsia dell'ospedale diventa simbolo di un'Italia che ce la mette tutta per salvare vite umane. Un'immagine privata e personale che mamma Patrizia ha voluto diffondere perché rappresenta l'emblema di ciò che sta succedendo.

«Sono i nostri angeli, mia figlia come tutti gli altri, e a loro dobbiamo dire soltanto grazie. Questo è un momento intimo in cui lei stava riposando un paio di minuti dopo l'ennesima giornata sfiancante», ci racconta. Appena scoppiata l'emergenza, Patrizia aveva chiesto a Valentina di tornare a casa, in Calabria. Ma dall'altro lato della cornetta, la risposta è stata secca: ‘Non esiste, io ho fatto un giuramento e rimarrò qui'. Una doccia gelata e la disperazione più totale.  «Non le posso dire che sono tranquilla, né che non mi dispero più, rimango sempre una mamma, ma ho capito che quella è la strada di Valentina e rispetto i suoi principi e i suoi valori. Lì c'è bisogno di lei, ora più che mai».

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Laureata con il massimo dei voti, sorella maggiore, Valentina è alla sua prima emergenza di carattere mondiale. Vive in Lombardia dove ha un un contratto a tempo determinato rinnovabile, ma è calabrese. « Prima la laurea in Biotecnologie, poi quella in Medicina, sin da piccola è stata determinata. Come famiglia l'abbiamo sempre sostenuta e incoraggiata nel percorso che ha scelto di fare», spiega ancora Patrizia. L'ultima volta che madre e figlia si sono viste è stato Natale, si sono salutate senza sapere che gli eventi le avrebbero tenute lontane così a lungo. La sera in compagnia dei propri pensieri, patrizia fa fatica a prendere sonno. «Questa è una guerra di tutti, ma io ho molta fede e Valentina l'ho affidata a Dio».

Si sente poi, di voler mandare un messaggio ai genitori come lei. «Dobbiamo sostenerli e fare un passo indietro, guardando dentro i loro occhi. Prima di essere i nostri figli, sono dei medici e speriamo che alla fine di questa emergenza, verranno gratificati e verranno messi nelle condizioni di poter lavorare bene».

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