Valanga su hotel, il superstite: “Ho visto la montagna cadere, i miei figli sono là sotto”
L'hotel Rigopiano a Farindola, sul Gran Sasso, è stato spazzato via da una immensa slavina che, secondo i soccorritori, che in queste ore stanno lavorando in condizioni difficilissime, ha ucciso molte persone. Finora sono stati individuati quattro corpi, ma sarebbero almeno 35 le persone presenti all'interno della struttura. Tra queste persone anche i familiari di Giampiero Parete, cuoco di 38 anni residente a Montesilvano (Pescara). Lui si è salvato miracolosamente dalla tragedia sul Gran Sasso. Assistito dal personale della Rianimazione dell'ospedale di Pescara e dagli psicologi della Asl, è arrivato in stato di ipotermia, ma il quadro clinico non è preoccupante.
“Salvo perché sono andato a prendere una medicina in auto”
Il suo racconto è drammatico. “Sono salvo perché ero andato in auto a prendere una medicina per mia moglie che aveva mal di testa. Mentre tornavo verso l'hotel ho sentito rumori e scricchiolii e ho visto la montagna cadere addosso all'edificio. Ha travolto anche me, ma parzialmente. Ho visto gran parte dell'albergo ricoperto dalla neve”, ha detto l’uomo aggiungendo di aver provato a rientrare ma, rischiando di rimanere intrappolato, ha fatto il possibile per tornare in macchina insieme all’altro superstite. “I miei due figli e mia moglie sono nell’hotel”, ha aggiunto l’uomo. Ludovica ha 6 anni, Gianfilippo 8. La moglie Adriana è infermiera presso la casa di cura De Cesaris a Spoltore, in provincia di Pescara.
L'amico del superstite: “Ho dato l’allarme ma non mi credevano”
“Giampiero e tutti gli altri ospiti dell'albergo avevano pagato e avevano raggiunto la hall, pronti per ripartire non appena sarebbe arrivato lo spazzaneve. Gli avevano detto che sarebbe arrivato alle 15, ma l'arrivo è stato posticipato alle 19. Avevano preparato già le valigie, tutti i clienti volevano andare via”, è quanto invece ha raccontato Quintino Marcella, ex professore dell’alberghiero e datore di lavoro di Parete. Al ristoratore Parete, sconvolto, aveva dato l'allarme dopo la valanga. “Ho ricevuto la chiamata di Giampiero alle 17,40 – ha detto l’amico del superstite – . Mi chiedeva aiuto disperatamente. Ho lanciato l'allarme ma non mi credevano”.