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Val Ferret, il ghiacciaio di Planpincieux si scioglie: “Rischio crollo istantaneo”

Allerta ghiaccio in Val Ferret, sul versante italiano del Monte Bianco, dove sono stati evacuati una settantina tra residenti e turisti secondo quanto stabilito dal provvedimento firmato dal sindaco di Courmayeur, Stefano Miserocchi. Tutte le strade di accesso alla zona sono state chiuse e sul posto si trovano carabinieri, guardia di finanza, protezione civile, forestale, vigili del fuoco per tutte le operazioni.
A cura di Ida Artiaco
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È cominciata alle prime ore di questa di mattina, e andrà avanti fino alle 11, l'evacuazione della Val Ferret, sul versante italiano del Monte Bianco, così come deciso dal Comune di Courmayeur a causa dell'allerta per il crollo di una parte del ghiacciaio di Planpincieux, per un totale di circa 500.000 metri cubi. Il provvedimento, firmato dal sindaco Stefano Miserocchi, riguarda una settantina di persone, tra turisti e residenti, che dovranno lasciare la zona rossa, cioè l'area che potrebbe essere direttamente interessata da eventuali distacchi dal ghiacciaio, e della zona gialla, cioè le aree su cui potrebbe abbattersi la nube di particelle innalzata dal crollo. Sul posto stanno operando carabinieri, guardia di finanza, protezione civile, forestale, vigili del fuoco e personale del Comune. "Per i residenti valuteremo le soluzioni da trovare" mentre "i turisti dovranno trovare altre soluzioni", ha detto all’Ansa il sindaco di Courmayeur nella tarda serata di mercoledì 5 agosto, dopo aver disposto l’evacuazione e la chiusura della vallata. C'è un "rischio crollo istantaneo", ha detto il glaciologo di Fondazione montagna sicura, Fabrizio Troilo, in conferenza stampa.

Al termine delle operazioni di evacuazione, scatteranno i divieti di accesso ed entrambe le zone. La strada della Montitta sarà utilizzabile esclusivamente da forze dell'ordine, mezzi di soccorso e personale autorizzato. L'ultimo bollettino del ghiacciaio di Planpincieux segnala, infatti, una allerta per una porzione di 500mila metri cubi del ghiacciaio ed una "valutazione negativa" per quanto riguarda l'andamento delle temperature, le quali possono rendere più o meno instabile il ghiacciaio stesso. Questa situazione "avrà una durata ridotta stimata in almeno 3 giorni". Non è la prima volta che si verifica una situazione del genere. Già un anno fa la strada era stata chiusa dal 24 settembre 2019  fino al 13 novembre, per il pericolo di un maxi-crollo dal sovrastante ghiacciaio, sul versante italiano del Monte Bianco. Da allora il ghiacciaio è monitorato con sofisticati strumenti elettronici che ne registrano i minimi movimenti e, come in questo caso, fanno scattare l'allerta.

A spiegare il fenomeno è Valerio Segor, responsabile dell'ufficio Assetto Idrogeologico dei bacini montani della Regione Valle d'Aosta: "Con i nostri sistemi di monitoraggio e con le comparazioni fotografiche – ha sottolineato – abbiamo individuato un settore del ghiacciaio che sta cedendo, con una velocità non eccessiva. Abbiamo fatto un sorvolo quindi giorni fa e uno ieri. Si vede molto bene il comportamento anomalo di questa porzione del ghiacciaio, che è molto marcato. L'allarme non è tanto per il movimento, come era accaduto nell'autunno scorso, ma a causa del trend anomalo delle temperature. Uno shock termico caldo-freddo-caldo che, secondo i nostri consulenti di Zurigo, fragilizza quella parte del ghiacciaio con il rischio di crollo immediato. L'acqua che scorre sotto infatti può fare da ‘scivolo'. È la situazione più pericolosa e più predisponente al crollo".

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