Vakhtang Enukidze, l’autopsia dice che il migrante non è morto per le botte subite in carcere
Non sarebbe deceduto a causa delle percosse ricevute il georgiano Vakhtang Enukidze trovato privo di conoscenza nel Centro di permanenza per i rimpatri di Gradisca e poi morto in ospedale. Lo ha confermato all'ANSA Lorenzo Cociani, medico legale del Garante dei detenuti. “Per avere un quadro completo occorrerà attendere l'esito degli esami tossicologici e istologici, ma intanto, macroscopicamente possiamo dire che non ci sono lesioni traumatiche importanti", ha specificato Cociani. Il medico legale ha definito questa una "buona notizia", che segue "varie boutades che sono state quantomeno inopportune, pronunciate da più parti".
Vakhtang Enukidze deceduto per edema polmonare
Enukidze, 37 anni, sarebbe deceduto per un “edema polmonare, si tratta di capire cosa l'abbia provocato" ha detto l'avvocato Riccardo Cattarini, che rappresenta il Garante nazionale per i detenuti. "Come ha riferito il nostro consulente, non ci sono segni evidenti di percosse sulle spoglie mortali del povero migrante georgiano", ha specificato il legale. "A questo punto non ci siamo opposti alla concessione del nullaosta per la sepoltura – ha proseguito Cattarini – per dare a questa famiglia la possibilità di seppellire il proprio caro: la Procura ha già agito in tal senso. Non abbiamo ritenuto di sollecitare ulteriori approfondimenti oltre a quelli che il medico legale ha già eseguito" e i cui risultati si potranno conoscere tra "alcune settimane".
Il caso della morte del migrante
Vakhtang Enukidze è deceduto sabato 18 gennaio, in ospedale, dopo essere stato trovato moribondo su un materasso appoggiato a terra, dentro la sua cella. Pochi giorni prima era stato protagonista di una rissa con un compagno. Per sedare il litigio erano stati chiamati i poliziotti. Secondo alcune testimonianze avrebbe ricevuto dei colpi inferti alla nuca e alla schiena per immobilizzarlo. La procura di Gorizia ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio volontario.