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Vaiolo delle scimmie in Italia ed Europa

Vaiolo delle scimmie, l’Organizzazione mondiale della Sanità dichiara l’emergenza internazionale

L’Oms ha deciso di dichiarare il vaiolo delle scimmie “una emergenza sanitaria internazionale”, lanciando il suo più alto livello di allerta per cercare di frenare la fiammata di contagi, che hanno superato quota 16mila nel mondo.
A cura di Ida Artiaco
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Il vaiolo delle scimmie, conosciuto anche come monkeypox, è una emergenza sanitaria internazionale. Lo ha dichiarato l'Organizzazione mondiale della Sanità, che ha così deciso di lanciare il suo più alto livello di allerta per cercare di frenare la fiammata di contagi del virus, che ha colpito finora oltre 17mila persone in 74 Paesi del mondo.

"Ho deciso di dichiarare un'emergenza di salute pubblica di portata internazionale". ha detto Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore generale dell'Oms. In particolare, ha spiegato, il rischio è soprattutto alto in Europa, dove i casi sono oltre 10mila secondo l'ultimo aggiornamento dell'Ecdc, mentre nel resto del mondo è "moderato".

Finora ci sono stati anche cinque morti a causa dell'epidemia, ha aggiunto.

Al momento ci sono solo altre due emergenze sanitarie simili: la pandemia di Coronavirus e il continuo sforzo per eradicare la poliomielite. Tedros ha affermato che la dichiarazione potrebbe aiutare ad accelerare lo sviluppo di vaccini e l'attuazione di misure per limitare la diffusione del virus.

Ha anche aggiunto che i casi finora confermati sono concentrati tra gli uomini che hanno avuto rapporti sessuali con altri uomini, in particolare quelli con più partner sessuali, e che i paesi coinvolti devono adottare misure che proteggano la loro salute, i diritti umani e la dignità. "Lo stigma e la discriminazione possono essere pericolosi come qualsiasi virus", ha precisato.

"Il vaiolo delle scimmie è fuori controllo, non c'è motivo legale, scientifico o sanitario per non dichiarare un'emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale", aveva twittato venerdì sera Lawrence Gostin, professore di diritto sanitario americano e direttore del Centro per il diritto sanitario dell'Oms, preannunciando in qualche modo la decisione comunicata oggi.

In Italia ad oggi si contano oltre 380 casi, mentre i Paesi dove questi hanno superato quota duemila sono Spagna (2835), Regno Unito (2115) e Germania (2033).

Sulla dichiarazione dell'Oms è intervenuto anche il direttore generale della prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza: "Con apposita ordinanza abbiamo predisposto, insieme alle Regioni e Province Autonome, le modalità di segnalazione dei singoli casi. In Italia finora sono stati registrati 407 casi con tendenza alla stabilizzazione. La situazione è sotto costante monitoraggio ma non si ritiene debba destare particolari allarmismi".

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