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Vaiolo delle scimmie in Italia ed Europa

L’Ecdc sul vaiolo delle scimmie: “Evitare trasmissione da uomo ad animale, si rischia endemia”

Il punto dell’Ecdc sulla diffusione del virus del Vaiolo delle scimmie: segnalati in totale 85 casi in otto Stati Ue: “Evitare trasmissione da uomo ad animale o rischio endemico”
A cura di Antonio Palma
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I casi di vaiolo delle scimmie segnalati e accertarti finora nell'Unione Europea sono 85 e hanno riguardato otto Stati membri, la maggior parte dei casi si è presentata con sintomi della malattia lievi e per ora la probabilità di diffusione tra la popolazione è molto bassa. A fare il punto sulla diffusone del virus negli Stati membri dell'UE è il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie nel suo ultimo report sui rischi, pubblicato oggi.

Tra il 15 e il 23 maggio, secondo i dati raccolti dall‘Ecdc, sono stati segnalati in totale 85 casi di vaiolo in otto Stati membri dell'UE: Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia. Secondo il report, i casi di vaiolo delle scimmie attualmente diagnosticati sono stati principalmente associati a uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini, "il che suggerisce che la trasmissione potrebbe aver luogo durante le relazioni intime". La trasmissione del virus infatti può avvenire attraverso il contatto ravvicinato della mucosa o della pelle non integra con il materiale infettivo delle lesioni o attraverso goccioline respiratorie durante il contatto prolungato faccia a faccia.

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"La probabilità di diffusione tra la popolazione generale è molto bassa. Tuttavia, la probabilità di un'ulteriore diffusione del virus attraverso uno stretto contatto, ad esempio durante le attività sessuali tra persone con più partner sessuali, è considerata alta" ha affermato la direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie Andrea Ammon.

Al momento dunque l'Ecdc raccomanda ai paesi membri di concentrarsi sulla tempestiva identificazione, e gestione dei nuovi casi di vaiolo delle scimmie, mettendo in atto il tracciamento dei contatti e la tempestiva segnalazione. Il Centro europeo sottolinea dunque la necessità di aggiornare i meccanismi tracciamento dei contatti ma anche le capacità di diagnosticare i cosiddetti orthopoxvirus e di rivedere la disponibilità di vaccini contro il vaiolo, antivirali e dispositivi di protezione individuale per gli operatori sanitari che potrebbero essere più a rischio.

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L'Ecdc ricorda che se si verifica la trasmissione da uomo ad animale e il virus si diffonde in una popolazione animale, "c'è il rischio che la malattia diventi endemica in Europa". Pertanto, è necessaria una stretta collaborazione tra le autorità sanitarie pubbliche e veterinarie per gestire gli animali domestici esposti e prevenire la trasmissione della malattia alla fauna selvatica.  Una malattia diventa endemica quando un agente infettivo come un virus è costantemente presente in una popolazione o in una determinata area geografica. Nel caso di una malattia endemica, l'incidenza della malattia nella popolazione o regione colpita sono più alte e per un periodo di tempo più lungo rispetto ad altre popolazioni o regioni.

Il virus del vaiolo delle scimmie può causare malattie gravi in ​​alcuni gruppi di popolazione, come bambini piccoli, donne in gravidanza e persone immunodepresse, ma la maggior parte dei casi ha sintomi lievi curabili in casa. "Le persone infette dovrebbero rimanere isolate fino alla caduta delle croste e in particolare dovrebbero evitare contatti ravvicinati con persone immunodepresse e animali domestici. Si consiglia inoltre di astenersi dall'attività sessuale e da uno stretto contatto fisico fino alla guarigione dell'eruzione cutanea" spiegano dall'Ecdc. I contatti stretti dei casi di vaiolo delle scimmie dovrebbero invece auto-monitorarsi per lo sviluppo dei sintomi per 21 giorni dopo l'ultima esposizione.

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"Sono preoccupata per l'aumento del numero di casi di vaiolo delle scimmie segnalati nell'UE e nel mondo. Stiamo monitorando da vicino la situazione e, sebbene attualmente la probabilità di diffusione nella popolazione generale sia bassa, la situazione è in evoluzione" ha dichiarato Stella Kyriakides, Commissaria europea per la Salute, aggiungendo: "Siamo in stretto contatto con gli Stati membri sin dalle prime segnalazioni di casi di virus del vaiolo delle scimmie nell'UE e siamo pronti a sostenere e coordinare attivamente la risposta dell'UE con tutte le risorse a disposizione dell'UE. Il comitato per la sicurezza sanitaria dell'UE discuterà domani del vaiolo delle scimmie e la nostra autorità di risposta e preparazione alle emergenze sanitarie (HERA), ECDC ed EMA stanno lavorando a stretto contatto per garantire che le informazioni sulla situazione epidemiologica e la disponibilità di vaccini e trattamenti siano assicurate".

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