Vaiolo delle scimmie, come si trasmette e come ci si protegge: la circolare del ministero della Salute
Secondo il ministero della Salute, per il personale sanitario che indossa i dispositivi di protezione individuale resta basso il rischio di contrarre il vaiolo delle scimmie. A medici e operatori di laboratorio che lavorano con il virus Monkeypox si raccomandano camici e guanti monouso, copriscarpe o stivali monouso, mascherine Ffp2 e visiere protettive. In una nota il ministero della Salute ha definito i rischi legati alla diffusione della malattia "molto bassi" e ha fornito una linea guida da seguire per il tracciamento dei contatti e la gestione dei casi.
Come ci si contagia
Secondo quanto reso noto dal ministero della Salute, il contagio avviene attraverso i droplet, il contatto con fluidi corporei o con il materiale delle lesioni. I sintomi sono febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena e ingrossamento dei linfonodi. A distanza di 24 o 48 ore si notano le prime caratteristiche lesioni cutanee. Per accertare la positività bisogna sottoporsi ad analisi del sangue e tamponi, sia cutanei sia nasofaringei. I contatti stretti di casi verificati devono sottoporsi a un periodo di isolamento di 21 giorni.
Come ci si protegge dal virus
Per evitare la trasmissione di Mokeypox il personale sanitario che lavora a stretto contatto con pazienti positivi deve indossare i dispositivi di protezione personale monouso quali mascherina, copriscarpe, camice, guanti e visiere protettive. Nella nota diffusa dal ministero si legge che la prevenzione dell'infezione si basa infatti sulle "adeguate misure per il controllo del virus". Il rischio di malattia per i sanitari che hanno contatti ravvicinati non protetti con i pazienti è comunque definito "moderato".
Le stesse norme per la protezione personale valgono anche per gli operatori di laboratorio per i quali i rischi legati alla trasmissione sono molto più alti. Il ministero della salute sottolinea infatti che casi di infezione sono stati occasionalmente segnalati dal personale che maneggia i campioni del virus da analizzare. "I pericoli per chi lavora seguendo le procedure di biosicurezza sono bassi – ribadisce il ministero -. L'esposizione non protetta in laboratorio invece comporta un'alta probabilità di infezione"