“Vado avanti con la denuncia”: parla Maria Cristina Finatti, la prof colpita dagli studenti a Rovigo
Durante l'anno scolastico, alcuni studenti dell'istituto Viola Marchesini di Rovigo, hanno sparato dei pallini a una docente con una pistola ad aria compressa. La notizia divenne un caso mediatico e non solo. I ragazzi furono sospesi per qualche giorno. Al termine dell'anno scolastico però, l'istituto veneto è finito nuovamente al centro delle cronache, perché gli studenti, protagonisti di quella vicenda, sono stati promossi con un 9 in condotta.
La prof.ssa Maria Cristina Finatti, protagonista suo malgrado anche lei della vicenda, racconta a Fanpage.it come si è sentita negli ultimi giorni: travolta da telefonate di sostegno e solidarietà. Ma anche da attenzione mediatica a cui non era abituata.
Dopo che i ragazzi che le avevano sparato alla testa in classe, con una pistola ad aria compressa con dei pallini, sono stati promossi con 9 in condotta, l'opinione pubblica si è "agitata" come spiega la docente.
"È successo che a molte persone, questo 9 in condotta non è andato bene", spiega telefonicamente la prof.ssa Finatti. "Non andavano bene al Ministro Valditara e a molte, veramente molte altre persone. Mezza Italia si è agitata per questa risoluzione".
Poi una confessione sul suo stato d'animo. "Io mi sono sentita allontanata, non considerata dai miei colleghi, perché potevano evitare tutto questo tenendo conto un attimino del comportamento nei miei confronti. L'opinione pubblica non si sarebbe agitata così tanto".
Alla domanda se i ragazzi abbiano imparato qualcosa da quanto accaduto, la riposta è secca: "Secondo me, no. Secondo il consiglio di classe sì. Ma dirò, mi hanno sempre tenuto lontano da tutti, non si fa così".
La professoressa aveva anche successivamente deciso di portare avanti una denuncia per quanto accaduto. Denuncia che al momento, spiega, non intende ritirare. "Eh certo perché io sono stata veramente danneggiata nell'immagine, ho fatto il giro dell'Italia, sai credo di sì di continuare perché dovrei smettere? Se ho aspettato così tanto tempo per fare questa querela, dopo ho aspettato tanto tempo per delle loro scuse che sono arrivate in super ritardo".
La professoressa Finatti termina la telefonata rispondendo, con un filo di voce, a una domanda. Se si sente più serena. Arriva un "sì" molto debole, quasi soffocato dal dispiacere e da un filo di commozione. Chiede se possiamo finire così l'intervista, tra qualche minuto ha un consiglio di classe. Per lei, continua la vita tra i banchi di scuola.