Vaccino Covid: come sarà distribuito, a chi andranno le prime dosi e cos’è il patentino di immunità
Entro i primi tre mesi del 2021 almeno 1,7 milioni di italiani saranno vaccinati: è quanto prevede il piano illustrato ieri dal commissario straordinario Domenico Arcuri, a cui il governo ha assegnato anche il compito di organizzare la vaccinazione al Covid-19 in tempi rapidissimi. Il piano sta già prendendo forma: le prime 3,4 milioni di dosi di vaccino Pfizer dovrebbero arrivare nel nostro paese nella seconda metà di gennaio e verranno somministrate – per l'appunto – a 1,7 milioni di persone (prima dose e richiamo).
Come verranno smistate le dosi di vaccino sul territorio
Ma come avverrà la distribuzione dei vaccini? E quali criteri verranno adottati? Per quanto concerne quello della Pfizer, il primo che dovrebbe essere disponibile in Italia se anche gli ultimi test avranno un esito positivo, le condizioni di conservazione delle fiale saranno molto particolari visto che necessiteranno di temperature di -70/-80 gradi e quindi di frigoriferi ad altissima tecnologia che tuttavia – secondo Arcuri – ci sono già: "Martedì scorso abbiamo inviato alle Regioni una lettera in cui chiediamo di indicarci i luoghi di destinazione, dove si ritiene più proficuo far arrivare i vaccini. La distribuzione la farà direttamente la Pfizer, quindi l’azienda ce li porterà nei luoghi concordati con i governatori: la ragione è che il vaccino uscirà con certi standard dal luogo di produzione ed è indispensabile che arrivi con gli stessi standard e questo non può esserci che garantito dall’azienda che l’ha prodotto". Nei mesi successivi arriveranno però milioni di dosi di vaccini prodotti anche da altre case farmaceutiche che avranno "una complessità relativamente inferiore, per esempio per la conservazione, visto che hanno bisogno di temperatura tra -2 e +8 gradi”.
Chi saranno i primi ad essere vaccinati
L'altro importantissimo nodo da sciogliere sarà quello dei destinatari dei vaccini. Per il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri andrebbe introdotta un'obbligatorietà per fasce d’età sul modello del vaccino antinfluenzale, con una particolare attenzione alle fasce fragili e ai soggetti anziani, i più esposti ai rischi del coronavirus, e considerando che un'immunità di gregge si otterrà solo con almeno il 70 per cento della popolazione vaccinata. Arcuri spiega: "Il ministro della Salute sottoporrà al Consiglio dei ministri e poi al Parlamento un piano per dividere le categorie di cittadini a cui verranno somministrati i vaccini via via che arriveranno le dosi nel nostro Paese. Noi suggeriamo di considerare due grandi variabili: l’esposizione al contagio di alcune categorie e il livello della fragilità. Secondo noi sono i criteri da utilizzare per una definizione che spetta al governo e al Parlamento di questa grande campagna, sarà la più grande campagna di somministrazione di un vaccino non solo in Italia ma anche in Europa e in larga parte del mondo”.
Obbligo o volontarietà: spunta l'ipotesi del patentino di immunità
Secondo Arcuri "sulla base di previsioni non ancora validate una parte importante della popolazione entro il terzo trimestre 2021 sarà vaccinata". Ma se non verrà introdotto l'obbligo quanti italiani vorranno vaccinarsi volontariamente? E ha senso ipotizzare un patentino di immunità? "Stiamo progettando una piattaforma informatica che consentirà di gestire la verifica della somministrazione per sapere come si chiamano le persone che hanno fatto il vaccino e dove lo hanno fatto, per seguire la tracciabilità dei beni sul territorio", ha spiegato Arcuri.