Vaccini Covid, l’ISS: “Efficaci anche dopo 4 mesi, il rischio di contagio diminuisce dell’80%”
I vaccini contro il coronavirus sono efficaci nel prevenire contagi, ricoveri e decessi anche a oltre 130 giorni dalla somministrazione di almeno una dose: è quanto emerge dal secondo report di analisi congiunta dei dati dell'anagrafe nazionale vaccini e della sorveglianza integrata Covid-19 dell'Istituto Superiore di Sanità insieme al ministero della Salute, riferito a circa 14 milioni di persone vaccinate con almeno una dose, quasi un quarto della popolazione italiana.
Lo studio conferma quanto emerso nel precedente report, ovvero che i rischi di infezione da Sars-CoV-2, ricovero, ammissione in terapia intensiva e decesso diminuiscano rapidamente dopo le prime due settimane e fino a circa 35 giorni dopo la somministrazione della prima dose. Dopo i 35 giorni si nota una stabilizzazione di questa riduzione, pari a circa l'80% per il rischio di diagnosi, il 90% per il rischio di ricovero e di ammissione in terapia intensiva e il 95% per il rischio di decesso. Tali effetti sono simili sia negli uomini che nelle donne e in persone in diverse fasce di età. Anche per gli operatori sanitari e per gli ospiti delle RSA si osservano riduzioni di ricovero simili.
L'analisi dell'ISS si concentra però anche gli effetti sul lungo periodo, che nel precedente report di metà maggio non era ancora possibile verificare. “A partire dai 105-112 giorni dalla vaccinazione si osserva una ulteriore riduzione del rischio di diagnosi, con un effetto simile negli uomini, nelle donne e in persone in diverse fasce di età. Al momento non vengono rilevati aumenti nel rischio di diagnosi nei periodi di osservazione più lunghi dopo la vaccinazione, questo suggerisce una protezione protratta nel tempo”, evidenzia lo studio, che si spinge fino a 130 giorni dalla somministrazione della prima dose di vaccino. Il report, riferito a circa 14 milioni di persone, sottolinea come nella popolazione esaminata sono aumentati i soggetti vaccinati nella classe di età da 40 anni in su e si riscontra un aumento delle vaccinazioni con Comirnaty (Pfizer/BioNTech) e Vaxzevria (AstraZeneca) e l’inizio delle somministrazioni del vaccino Janssen (Johnson&Johnson).