Ustica: un missile o una collisione a scatenare la tragedia
Quella di Ustica non fu una tragedia scaturita dal malfunzionamento dell’aereo appartenente alla linea Douglas DC-9 I-TIGI, ma, da quanto emerge dalla conclusione del Tribunale di Palermo, “Tutti gli elementi provano che vi sia stato un intercettamento da parte di due caccia di un velivolo militare precedentemente nascostosi nella scia del Dc9”, escludendo, quindi, la presenza di una bomba a bordo del velivolo, come confermano anche gli avvocati Alfredo Galasso e Daniele Osnato. Queste sono le motivazioni emerse dalla sentenza di risarcimento per i familiari delle vittime, alle quali andrà, appunto, un maxi risarcimento per i danni morali, fisici e psicologici subiti dopo la perdita dei propri cari. La somma dovrà essere elargita dal Ministero dei Trasporti e da quello della Difesa.
La dinamica dell’incidente, che in questi trent’anni stentava a emergere, sarebbe, quindi, basata su elementi univoci che “consentono di ritenere provato che l'incidente occorso al Dc9 si sia verificato a causa di un intercettamento realizzato da parte di due caccia, che nella parte finale della rotta del Dc9 viaggiavano parallelamente ad esso, di un velivolo militare precedentemente nascostosi nella scia del Dc9 al fine di non essere rilevato dai radar, quale diretta conseguenza dell'esplosione di un missile lanciato dagli aerei inseguitori contro l'aereo nascosto oppure di una quasi collisione verificatasi tra l'aereo nascosto ed il Dc9”.
Nella strage di Ustica, avvenuta il 27 giugno 1980 sul volo Dc9 Bologna-Palermo, persero la vita 81 persone, tra cui c’erano anche 13 bambini. Le salme ritrovate furono solo 38, le quali, sottoposte ad autopsia, presentarono grandi traumi da caduta sia livello scheletrico sia sul piano viscerale, ma anche lesioni enfisematose polmonari da decompressione, che fecero, da subito, ipotizzare che l'aereo si fosse aperto in volo. E oggi, a trent’anni dall’accaduto, un missile o una collisione in volo sono le ragioni che spiegano le dinamiche dell’incidente, che dopo anni di indagini e circa trecendo udienze processuali, danno, forse, alle famiglie delle vittime, una spiegazione logica a ciò che, in realtà, logico e sensato non è mai stato.