USA, la legalizzazione della marijuana nuoce ai cartelli della droga messicani
La legalizzazione della marijuana in diversi Stati americani (Colorado, Washington, Alaska, Oregon, D.C, e una dozzina d'altri in cui è concesso l'uso medicamentoso) è stato, è tutt’ora e sarà un argomento controverso. Tuttavia gli antiproibizionisti ora hanno una nuova importante freccia nel loro arco dei pro alla regolarizzazione: quest’ultima infatti avrebbe un effetto positivo nella lotta contro i cartelli della droga messicani. Lo sostiene un pezzo del Time, che riporta alcune cifre raccolte dalle guardie di confine di entrambi i paesi. Negli ultimi 3 anni si è passati dal sequestrare 1.100 tonnellate di marijuana nel 2011 a 860 nel 2014. La guardia di confine messicana ha invece annunciato una diminuzione in percentuale ancora maggiore: nel 2014 le tonnellate di cannabis sequestrata sono state 664, il 32% in meno del 2013.
Il Time fa notare come il motivo principale di questo calo sia proprio la possibilità di acquistare la sostanza legalmente negli USA. Anche la qualità del prodotto è importante: i produttori USA- che avranno un giro d'affari stimato in quattro miliardi di dollari entro il 2016 per la vendita della droga leggera – informano i compratori sui propri prodotti, riportando il valore di THC – che indica quanto è potente la sostanza – oltre che quelli di sativa (che ha un effetto psichedelico) e di indica (effetto "knock-out"). Per contro, il prodotto messicano arriva ai consumatori privo di qualsivoglia informazione sul contenuto e sui metodi di preparazione.
E sempre il Time, scrive che la legalizzazione della cannabis potrebbe anche avere avuto un effetto positivo sul numero di omicidi in Messico, scesi dai 23.000 del 2011 ai 15.649 del 2014. Più probabilmente a far abbassare la cifra è una serie di cause: oltre alla deregolamentazione americana, c’è da considerare anche l'arresto di vari boss della droga negli ultimi tempi da parte della polizia.