Urta cavi dell’alta tensione mentre dipinge facciata di un capannone, operaio 46enne muore folgorato
Ennesima tragedia sul lavoro a poche ore dall'incidente di Brandizzo. Un operaio di 46 anni, Antonio Di Lollo, è morto folgorato ieri a Castel di Sangro, nell'Aquilano, dopo aver urtato dei cavi dell'alta tensione.
L'uomo, titolare di una piccola impresa di tinteggiatura, stava ristrutturando la facciata di un capannone nei pressi di una rotatoria della statale 17 quando, a causa forse di una manovra imprudente, si sarebbe avvicinato con il cestello elevatore a contatto con i cavi dell'alta tensione. I sanitari del 118 giunti sul posto hanno tentato in tutti i modi di rianimarlo, ma alla fine non c'è stato nulla da fare per salvarlo. Lascia la compagna e il figlio di 11 anni.
Le circostanze dell'incidente in cui è rimasto ucciso Antonio sono ancora da chiarire. Per questo è intervenuta anche la Procura della Repubblica di Sulmona, unitamente ai Carabinieri della locale compagnia, che procederà probabilmente alla ricognizione cadaverica e all'autopsia.
È stato anche aperto contro ignoti un fascicolo d'inchiesta, ipotizzando l'omicidio colposo. In particolare le indagini della magistratura si starebbero concentrando sulla posizione dei fili dell'alta tensione che risultano troppo vicini al capannone dove stata lavorando Di Lollo. Sono intervenuti anche gli ispettori del competente servizio della Asl 1 per accertare se la filiera dei protocolli di sicurezza sul luogo di lavoro sia stata o meno applicata regolarmente.
"Mi sono immediatamente precipitato sul posto con la speranza di poter essere d'aiuto. È stato terribile constatare la morte di un giovane padre di famiglia che stava lavorando. L'ennesima tragedia che questa volta ci tocca direttamente", è stato il commento del sindaco di Castel di Sangro, Angelo Caruso, dopo essere stato informato sull'incidente.