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Uccide il padre a Nizza Monferrato, la 19enne arrestata risponde al pm: “Violenze in famiglia”

La tragedia sarebbe avvenuta nella casa di famiglia a Nizza Monferrato al termine di una lite tra padre e figlia. La ragazza è in stato di arresto. Sul caso indagano i Carabinieri.
A cura di Susanna Picone
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Immagine di repertorio.
Immagine di repertorio.

È in stato di arresto la figlia di Akhyad Sulaev, l’uomo di 50 anni ucciso ieri, venerdì 1 marzo, nella sua casa di Nizza Monferrato (Asti) sembrerebbe al culmine di un litigio. La ragazza, Makka, ha 19 anni. Avrebbe risposto alle domande del pm e spiegato il movente del delitto, maturato in un contesto di violenze che avrebbe subito dal genitore.

Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, è stata lei ieri a colpire il padre con delle coltellate all’addome. Soccorso dai medici del 118, l’uomo è morto poco dopo. La famiglia – che comprende anche la mamma e tre fratelli più piccoli della giovane arrestata – è immigrata in Piemonte alcuni anni fa, sono originari del Caucaso. Secondo quanto emerso finora, sono tutti musulmani osservanti, la diciannovenne indossava l’hijab anche quando sono arrivati i Carabinieri.

Dopo l’omicidio la ragazza è stata trovata in casa, paralizzata dalla paura. Si sarebbe consegnata subito ai militari. L’hanno portata in caserma per interrogarla davanti al PM Andrea Trucano della Procura di Alessandria, quindi è scattato l'arresto. Avrebbe risposto a tutte le domande dei pm: a quanto si apprende, è emerso un quadro di violenze familiari da parte del padre nei confronti della moglie e dei figli. Sia lei che sua madre, stando a una prima ricostruzione, sarebbero state costrette a subire da tempo violenze tra le mura domestiche, nonostante non fossero mai state presentate denunce. Gli accertamenti sono ancora in corso, Makka avrebbe confermato le violenze davanti ai pm.

Sul caso lavorano i Carabinieri che stanno valutando tutte le ipotesi, anche le voci di un improvviso licenziamento dell’uomo dal ristorante in cui lavorava, per capire un eventuale collegamento con la lite e le successive coltellate. L'uomo era stato visto discutere con la moglie dopo la decisione di lasciare il lavoro. Tutti gli adulti in famiglia lavoravano in ristoranti, anche la stessa diciannovenne faceva la cameriera in un locale la sera. Era anche iscritta con ottimi risultati al terzo anno del liceo scientifico.

Il contesto familiare, al di là di alcune difficoltà, sembrava però tranquillo. Tanto che le persone ascoltate finora sono incredule per quanto accaduto: "Quella bella ragazza con gli occhi azzurri ha ucciso il padre? Ma non è possibile. Non ci credo", il commento di un vicino di casa.

"Non c’erano segnali e nulla che potesse far pensare a una cosa del genere. Siamo vicini alla famiglia per il dolore che stanno vivendo ma non c’erano avvisaglie o segnali di violenza. Era una famiglia normale", ha detto a LaPresse Simone Nosenzo, sindaco di Nizza Monferrato. "Qui in paese non c’è una comunità cecena: la famiglia era arrivata qui tre anni fa ed era inserita. La giovane andava a scuola e, come il padre e la madre, lavorava in alcuni locali cittadini. Conducevano una vita regolare, non c’erano segnali di liti in famiglia", prosegue il primo cittadino. La madre della 19enne e i tre fratelli minorenni della ragazza sono in carico ai servizi sociali e sono stati trasferiti in una struttura protetta.

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