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Università, le migliori del mondo: nelle prime 200 solo due italiane

Nella classifica dei migliori atenei del mondo stilata dalla Jiao Tong University di Shanghai la prima italiana è La Sapienza solo al 163° posto. Nelle prime duecento solo un’altra italiana: l’Università di Padova.
A cura di Antonio Palma
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Se cercate le migliori università del mondo dovete guardare ben al di fuori dell'Italia. A ricordarlo purtroppo ancora una volta è la classifica dei migliori atenei del pianeta stilata dalla Jiao Tong University di Shanghai. Secondo l'Academic Ranking of World Universities 2016 (Arwu), infatti, tra le prime duecento università del mondo figurano solo due italiane e in posizioni decisamente di retrovia. Il primo ateneo nazionale in classifica e l'Università La Sapienza di Roma che dunque si conferma la migliore università italiana ma solo al 163° posto, con un punteggio totale di 19.23 e lontanissima da primi della classe: le solite Harvard, Stanford, Berkeley, Cambridge,  MIT,  Princeton,  Oxford, Caltech, Columbia, Chicago.

Nella classifica delle migliori università del mondo nel range 151-200 troviamo anche l’Università di Padova attestata in 183esima posizione con un punteggio di 18,19. Tutte molto più indietro le altre in classifica,  che prende in esame i 500 atenei migliori nel mondo. Bisogna scendere nel range 201-300 infatti per trovare il Politecnico di Milano e le università di Bologna, Firenze, Torino, Statale di Milano e Pisa. In tutto le università italiane nelle migliori 500 del mondo sono sedici.

Per stilare la classifica sono stati presi in esame diversi indicatori che comprendono premi Nobel e riconoscimenti accademici ricevuti, ma anche qualità della ricerca, vale a dire paper pubblicati e ricercatori più citati, e le performance rispetto al numero degli iscritti. Nel dettaglio l’Arwu ha preso in considerazione sei parametri specifici affidando ad ognuno una percentuale di influenza sul voto finale: premi internazionali di ex studenti (10%) o di ricercatori della singola Università (20%), le citazioni di pubblicazioni scientifiche in Thomson-Reuters (20%), le pubblicazioni “Nature&Science” (20%), le pubblicazioni tecnologico-sociali (20%). Questi parametri sono poi correlati con lo staff accademico, dando un ulteriore parametro di produttività pro-capite (10%).

“La Sapienza conferma e consolida il suo prestigio di grande ateneo europeo, di respiro mondiale, collocandosi al primo posto tra le università italiane e tra le prime a livello europeo ed internazionale”, ha commentato il rettore dell'università romana, Eugenio Gaudio, sottolineando però che  “il risultato è tutto sommato abbastanza positivo anche per il sistema universitario italiano che, anche se non è rappresentato nelle prime 100 posizioni monopolizzate dalle ricche università anglosassoni, vede circa un un terzo degli atenei del Paese (19 su 60) nelle prime 500 posizioni su 1200 università censite e su 17mila stimate nel mondo”. "Il rendimento delle nostre università pubbliche è mediamente elevato, a fronte di un cronico e drammatico sottofinanziamento da parte dello Stato, che vi destina lo 0,42% del Pil. Con un maggior investimento del Paese nella ricerca e sui nostri giovani migliori il sistema potrebbe decollare ed essere il volano della ripresa e dello sviluppo del Paese, altrimenti è destinato a un lento ma inesorabile declino" ha concluso Gaudio.

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