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Università, la proposta del rettore al Governo: “corsi di lauree triennali gratis”

Una idea – quella del rettore dell’Università di Bologna, Ivano Dionigi – che potrebbe costare non poco allo Stato, ma allo stesso porterebbe a risolvere il problema dell’abbandono scolastico e l’abbassamento culturale del Paese.
A cura di Biagio Chiariello
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Studiare all’università è un privilegio che purtroppo non tutti possono permettersi, soprattutto in questi anni di crisi. E’ in tale ottica che si instaura la proposta al governo del rettore dell’Università di Bologna, Ivano Dionigi: rendere gratis le lauree triennali. Negli ultimi 10 anni c’è stato un significativo calo degli iscritti alle università. Secondo l’Annuario Istat 2014, infatti, mentre nell’anno 2003/2004 si era iscritto all’università il 72,6% dei neo-diplomati, nell’anno 2012/2013 lo ha fatto appena il 55,7% degli studenti che hanno ottenuto il diploma di maturità. Un calo davvero forte sul quale i rettori degli atenei italiani ora vogliono cercare di intervenire. E così durante la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno accademico, alla quale era presente anche Matteo Renzi, Dionigi ha lanciato quella che è una idea che potrebbe rivoluzionare il sistema universitario nostrano: rendere le lauree triennali gratis, potrebbe aumentare i costi dello Stato, ha spiegato Dionigi. Allo stesso tempo, però ci sarebbe un incremento culturale del Paese e a un abbassamento dell’abbandono scolastico.

Corsi di laurea triennali, in altri Paesi non c'è tassazione

Secondo quanto riporta Repubblica, durante il discorso inaugurale Dionigi ha fatto una riflessione sul calo degli iscritti e dei laureati e ha affermato: “In altri Paesi, dall’Arabia Saudita al nord Europa, non è prevista la tassazione universitaria.” Quindi “perché non prevedere nelle lauree di primo livello, a precise condizioni, prima su tutte la correlazione con i risultati degli studi, questa innovazione radicale?”. Renzi non ha voluto sbilanciarsi a proposito della proposta del rettore dell’Università di Bologna e durante il suo intervento si è rivolto ai giovani ricordandogli che “l’Italia non è un paese spacciato”. Inoltre ha proposto un “2015 costituente per l’università” dichiarando che dopo le riforme già elaborate dal governo ha senso dire che “la carta futura è quella dell'università e della ricerca”.

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