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Università italiane troppo care, Unione studenti: “una su due chiede più del dovuto”

Pochi giorni fa il Tar Lombardia condanna l’ateneo di Pavia a restituire 1,7 milioni di euro agli studenti. Oggi l’Unione degli Universitari pubblica un’indagine da cui emerge che 33 istituzioni su 62 fanno pagare tasse troppo alte. Urbino, Bergamo e Milano le più care. Ma la colpa non è solo delle università.
A cura di Gianfranco Stabile
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Roma - Conferenza ricercatori universita' architettura

Adesso anche per il costo delle tasse universitarie siamo tra i peggiori in Europa. E quel che è peggio è che i rialzi avvengono spesso in frode degli studenti. A rivelarlo è un'indagine dell'Unione degli Universitari, confederazione di associazioni studentesche che riunisce circa 10mila universitari in tutta Italia. Secondo quanto appurato da questa sorta di sindacato degli studenti, almeno uno su due paga più tasse di quanto dovrebbe. Il fenomeno riguarderebbe la maggior parte degli atenei italiani: 33 su 62 nel 2010.

“ Vogliamo porre l'accento su questo fenomeno: c'è un problema sostanziale legato al taglio delle risorse per le università ”
Michele Orezzi componente Udu
Tutto è iniziato con il recente accoglimento del Tar Lombardia del ricorso presentato dall'Udu contro il costo delle tasse universitarie presso l'ateneo di Pavia. Il tribunale amministrativo regionale ha riconosciuto la validità delle istanze studentesche e condannato l'UniPv a restituire la bellezza di 1,7milioni di euro agli universitari.

Tecnicamente la sentenza è stata resa possibile da una legge del '97 che impone alle università di richiedere un contributo agli studenti che sia massimo il 20% del finanziamento che lo Stato eroga con il “Fondo Ordinario per gli Atenei”.

L'appetito vien mangiando. L'Udu infatti è arrivata ai numeri resi pubblici oggi estendendo il metodo di ricerca adottato per Pavia a tutte le università italiane, ottenendo la cifra di 33 atenei “fuorilegge”.

Ma qual è la classifica delle università più costose? Secondo l'indagine al primo posto c'è la “Carlo Bo” di Urbino che arriva a chiedere agli studenti tasse in ragione del 33,6% rispetto al finanziamento governativo. Segue l'università di Bergamo (33,5%) mentre un'istituzione prestigiosa come il Politecnico di Milano impone ai frequentanti un carico del 30%.

Evidentemente la colpa di tutto ciò non è solo degli atenei. L'effetto è causato principalmente dalla riduzione negli anni dei finanziamenti pubblici. I senati accademici si sono dunque visti costretti a varare gli aumenti delle tasse universitarie a mo' di compensazione. “Noi non vogliamo certo far fallire le università” ha dichiarato Michele Orezzi dall'Udu “vogliamo piuttosto porre l'accento su questo fenomeno: c'è un problema sostanziale legato al taglio delle risorse per le università”.

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