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Università: il 40% degli iscritti non termina gli studi

A rivelarlo è l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur). Situazione migliore nei corsi di laurea di secondo livello dove si sale a circa l’80%.
A cura di D. F.
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Il 40% degli studenti che intraprendono un percorso di studi all'università non riescono a portarlo a termine. A renderlo noto è il primo rapporto biennale sullo stato del sistema dell'università e della ricerca realizzato dall'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur). Il dossier rivela anche che la situazione è migliore nei corsi a ciclo unico, dove la percentuale di laureati è del 63,2% dopo nove anni dall'iscrizione. Meglio ancora nei corsi di laurea di secondo livello dove si sale a circa l'80%.

Lo studio Anvur spiega che il tempo medio per conseguire una laurea triennale è di 5,1 anni, cioè il 70% in più della durata "normale" del corso. Il ritardo per le lauree magistrali è invece inferiore: in media, infatti, gli studenti impiegano 2,8 anni. A preoccupare è però la forbice tra atenei del nord e del centro sud del Paese: in questi ultimi il tasso di regolarità è nettamente inferiore a quelli del nord dove dopo due anni gli studenti conseguono un più elevato numero di crediti formativi. Nel settentrione i laureati completano gli studi nei tempi previsti nel 43% dei casi contro il 23-27% nel mezzogiorno e nel centro. Per quanto riguarda i "fuori corso", costituiscono il 35% del totale contro il 45-47% negli atenei del centro e del mezzogiorno.

Preoccupanti i dati sulla ricerca. Il nostro paese, infatti, vi investe appena lo 0,52% del prodotto interno lordo, ovvero il 2% in meno della media europea. Alle nostre spalle si posizionano soltanto la Grecia e la Polonia. Incredibilmente, rispetto al Giappone il nostro investimento in ricerca è di un terzo. In questo quadro esistono significative differenze tra le regioni: il Piemonte, ad esempio, si attesta ai livelli del Regno Unito e sono sopra la media europea anche Lazio, Liguria, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Lombardia. Tutte le altre regioni italiane sono ampiamente sotto.

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