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Università: il 37% degli studenti si laurea con 110 e lode

I dati si riferiscono al 2013: gli studenti del sud italia e delle isole meglio di quelli del nord.
A cura di Davide Falcioni
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Il 37% dei laureati nel 2013 ha ottenuto una votazione di 110 e lode: a renderlo noto è stato il Miur, che ha elaborato le richieste presentate da La Stampa nell'ambito di un'analisi sul voto finale dei laureati italiani. Dal report emergono anche differenze geografiche: nel nord ovest, infatti, la percentuale arriva al 28%. Nel nord est il 32%. In Sicilia e Sardegna quasi la metà dei laureati ha ottenuto il massimo punteggio. Nel sud Italia complessivamente si raggiunge il 44%, mentre nel centro il 42.

Ovviamente i numeri lasciano spazio alle interpretazioni più disparate: mentre c'è chi pensa che gli specializzati italiani siano dei veri "geni", altri ritengono che in realtà siano i docenti ad essere di manica piuttosto larga. Quel che è certo è che nella laurea triennale i risultati non sono stati gli stessi e a raggiungere l'agognato 110 e lode è stato il 12,5% degli studenti, con picchi del 16,6% nelle isole: Sicilia e Sardegna, quindi, si dimostrano i territori in cui gli studenti tendenzialmente ottengono voti più alti: quasi 8 ragazzi su 10, mentre al sud e al centro sono 7 su 10, al nord-est 6 su 10 e al nord ovest 5 su 10.

"È un sistema – spiega Luigi Berlinguer, ex ministro della Pubblica Istruzione – che ha dato buoni frutti, che seleziona e prepara molto meglio del precedente quando il tasso di abbandono era elevatissimo. Chi arriva alla specialistica è motivato e questo ha una conseguenza diretta sui voti". Aanche Andrea Lenzi, presidente del Cun, il Consiglio Universitario Nazionale, si schiera a difesa del sistema 3+2: "Il nuovo ordinamento ha generato maggiore frequenza delle lezioni e questo incide sui voti. Purtroppo c’è anche un calo delle immatricolazioni, quindi si crea una selezione che è negativa per il sistema Paese ma positiva per chi frequenta. In generale si è creato un migliore rapporto fra docente e studenti e quindi migliora il rendimento".

Ma non ci sono solo i favorevoli. L'ex presidente dell'Istat e del Comitato per la Valutazione del Sistema Universitario Luigi Biggeri, oggi professore di Statistica alla Luiss, spiega: "È un grande errore che il voto della biennale non tenga conto del percorso precedente, sarebbe più giusto valutare l’intero curriculum universitario. Con il sistema attuale gli studenti si impegnano soltanto durante la specialistica. Inoltre, nel biennio si crea un rapporto molto stretto con i professori, e i professori stessi nella stragrande maggioranza dei casi si mostrano più benevolenti".

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