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Università, Carrozza: “Concorsi da moralizzare, più problemi arrivano da Medicina”

Il ministro dell’Istruzione torna sul caso del concorso di cardiologia truccato alla Sapienza e propone “concorsi nazionali con commissioni nazionali e responsabilità diretta dei commissari”. Poi le critiche a Medicina: “Da lì mi arrivano più segnalazioni”.
A cura di Biagio Chiariello
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Moralizzare i concorsi per combattere il clientelismo e il nepotismo, in particolare nel settore medico. Il ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, torna sulle polemiche dei giorni scorsi sul concorso universitario di cardiologia alla Sapienza, quello con i vincitori conosciuti un mese prima delle prove, secondo la denuncia di un "medico deluso". "È inaccettabile – ha detto il ministro – che un docente dica di un ricercatore ‘mi accompagnava a casa', dovrebbe caso mai essere il contrario e cioè che sia il professore ad aiutare il giovane". Ha sottolineato come sono le facoltà di Medicina "quelle da cui mi arrivano le maggiori doglianze sui concorsi". Ad esempio, in altre facoltà, "come matematica, queste cose non succedono". Parlando della moralizzazione dei concorsi, il ministro ha  evidenziato come "ci sono settori in cui essere o non essere professore in quel settore può cambiare la vita in termini di salario". Per questo la Carrozza ha ribadito l'importanza di arrivare a concorsi trasparenti, magari "con commissioni nazionali e responsabilità diretta dei commissari", ha proposto.

Uno dei problemi dei concorsi – riflette – è il livello di responsabilità: tanto più sono intermediati, e non si risponde a nessuno, tanto più si opera con superficialità. Penso di chiamare  i presidenti dei corsi di laurea in Medicina e i rettori delle più grandi università di Medicina per avere una risposta: hanno ceduto al ministero questa responsabilità come se fosse una questione di tipo amministrativo-burocratico, ma questo non è un problema del ministro, il mondo dei medici deve dare indicazioni su come si formano i medici".

La visione della medicina è molto cambiata negli ultimi anni. "Meglio tardi che mai. La situazione è conosciuta e denunciata da anni, senza che si sia fatto nulla per arginare il fenomeno" ha aggiunto Costatino Troise segretario dell'Anaao, il maggiore sindacato dei medici dirigenti. "I ministri succedutisi nel tempo, hanno permesso il crearsi di veri e propri potentati famigliari, indagati da inchieste giornalistiche e libri", ma senza che questo avesse effetti di rilievo. "L'università, nel nostro paese, si sente corpo autonomo, separato dallo Stato. E mentre la politica è stata sconquassata da processi che hanno messo in luce clientelismo, il settore universitario non è stato toccato", ha concluso Troise per il quale il nepotismo che viene ora alla luce "non è una recente degenerazione, ma un sistema consolidato".

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