Unioni civili, Arcigay in piazza a Roma: “La Cirinnà non basta”
Torna in piazza la comunità LGBT, che sarà in piazza del Popolo a Roma alle 15. A pochi giorni dal voto in Senato sul ddl per le unioni civili, associazioni e movimenti per i diritti delle persone LGBT hanno indetto un'assemblea che sta facendo molto discutere. Sono quaranta le associazioni sottoscrivono l'appello dell'Arcigay, che si rifà allo slogan “Ora diritti alla meta”. C'è il rischio di non avvicinarsi al successo della manifestazione del 23 gennaio in 100 piazze italiane, perché molte anime del movimento sono abbastanza soddisfatte della legge Cirinnà che riconosce una serie di tutele alle coppie omosessuali.
Antonello Sannino, presidente Arcigay Napoli, definisce i motivi dello scontento verso la Cirinnà – che non riguardano soltanto l'esclusione della stepchild-adoption: "Ho sempre pensato che la legge sulle unioni civili fosse un passo necessario per questo Paese, non esclusivamente per la comunità LGBT" -dice Sannino – "Una legge che estende i diritti a soggetti non ancora portatori di questi diritti è una legge che produce necessariamente cultura e genera di conseguenza benessere su tutti i livelli".
Il presidente ricorda che "Sono decenni che aspettiamo una legge che riconosca alle coppie composte da persone dello stesso sesso il riconoscimento pubblico dei loro affetti" ma sottolinea la posizione delle Famiglie Arcobaleno che da anni chiedono il riconoscimento dei propri diritti genitoriali: "Queste famiglie non solo chiedono il riconoscimento pubblico dei loro affetti, del loro amore, del loro essere famiglia, ma chiedono che vengano tutelati i diritti dei loro figli e il diritto fondamentale al riconoscimento della loro genitorialità".
Questi i motivi per cui Arcigay scende in piazza, conferma Sannino: "Per questo è ovvio che sia necessaria una legge per le Unioni civili, ma è altresì ovvio che questo testo passato al Senato è molto lontano dalla perfetta e necessaria uguaglianza e, per questo, continueremo a utilizzare ogni strumento di pressione politica e culturale, compresa la piazza, ed è per questo che saremo in piazza a Roma anche sabato 5 marzo e continueremo ad esserci in futuro".
Il presidente si sofferma sul gioco politico che si è speso sull'approvazione tramite fiducia della Cirinnà al Senato: "E' inaccettabile la strumentalizzazione di questa legge da parte di molte forse politiche, M5S compreso, ma è inquietante che questa legge sia arrivata attraverso un compromesso politico con una forza reazionaria, purtroppo al Governo, come quella capeggiata da Alfano e sono inaccettabili le parole del Ministro degli interni un attimo dopo l'approvazione al Senato "abbiamo impedito una rivoluzione contro natura".
Articolo a cura di Gaia Bozza e Alessio Viscardi.