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“Undicenne trascinata in un vicolo e violentata dai giostrai”, 4 rinvii a giudizio

“Sono andata con le mie amiche alle giostre, mi sono avvicinata a una bancarella e sono stata trascinata nel vicolo da alcune persone. Mi hanno trattenuto con la forza e mi hanno violentata”, questa la testimonianza in aula ad Agrigento della vittima di violenza che all’epoca dei fatti, il 13 maggio del 2015, aveva neanche compiuto 12 anni.
A cura di Biagio Chiariello
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Il giudice dell'udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha disposto il rinvio a giudizio di quattro uomini accusati di avere violentato un ragazzina di 11 anni nei giorni successivi alla festa della Madonna di Fatima, ad Aragona, dove era stato allestito un luna park in cui tutti gli imputati lavoravano. Si tratta di B. P. C., 22 anni, di origini rumene e residente ad Aragona; V. L. I., 25 anni, anche lui residente ad Aragona e nato in Romania; C. C. B. P., 24 anni, rumeno e R. F., 60 anni, di Caltanissetta. Solo grazie alla denuncia della madre della piccola sono state avviate le indagini che hanno portato all’individuazione dei presunti colpevoli accusati di violenza sessuale di gruppo aggravata.

La testimonianza choc della vittima

La vittima (costituita parte civile ed assistita dagli avvocati Daniela Posante e Antonella Arcieri), rispondendo al giudice, al pm Elenia Manno, ai suoi stessi difensori e a quelli degli imputati, ha confermato in aula i fatti oggetto della denuncia che ha fatto scattare l'inchiesta e adesso il rinvio a giudizio. "Sono stata costretta ad abbassarmi i pantaloni e, a turno, hanno abusato di me. Ero andata con le mie amiche alle giostre, mi sono avvicinata a una bancarella e sono stata trascinata nel vicolo da alcune persone. Mi hanno trattenuto con la forza e mi hanno violentata".

La giovane aveva solo 11 anni al momento dei fatti

La presunta vittima, all'epoca dei fatti, il 13 maggio del 2015, doveva ancora compiere dodici anni. Il dibattimento si celebrerà davanti ai giudici della prima sezione penale presieduta da Alfonso Malato.

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