Unabomber, dopo 16 anni la Procura riapre le indagini per trovare l’uomo che seminò il terrore
"Pensiamo che si possa fare qualcosa, primo passo il censimento completo di tutti i reperti", così il procuratore di Trieste Antonio De Nicolo ha annunciato la riapertura delle indagini sul caso Unabomber italiano, l'uomo che per oltre un decennio ha seminato il terrore nel nord est con ordigni improvvisati che hanno procurato lesioni e menomazioni a bimbi e persone ignare.
A 16 anni dall'ultimo episodio accertato e collegato a Unabomber, la magistratura italiana ha deciso di tornare a occuparsi della vicenda del misterioso attentatore. Le nuove indagini si baseranno principalmente sulle analisi di vecchi reperti con nuove tecnologie, in particolare quelle connesse col Dna.
"Abbiamo deciso di riaprire le indagini perché pensiamo che qualcosa possa essere ancora fatto. Dobbiamo constatare se c'è del materiale utilmente sottoponibile a indagini genetiche" ha spiegato infatti il Procuratore capo
Il reato ipotizzato dal fascicolo di indagine resta quello di attentato con finalità di terrorismo, lo stesso che figurava nella vecchia inchiesta sui 28 ordigni piazzati fra Veneto e Friuli Venezia Giulia in 12 anni, dal 1994 al 2006.
Una inchiesta, quella archiviata nel 2009, che si concluse con un nulla di fatto e lo scioglimento del super pool di forze dell'ordine, nato per dare la caccia a Unabomber. L'unico indagato, l'ingegnere pordenonese Elvo Zornitta, venne prosciolto da ogni accusa quando si scoprì che la prova regina contro di lui era stata manomessa da un poliziotto della scientifica, poi condannato.
Alla base della nuova inchiesta, invece, l'istanza firmata dal giornalista Maisano e da due vittime: Francesca Girardi che aveva 9 anni quando, giocando sul greto del Piave, raccolse un evidenziatore giallo che le esplose tra le mani, e Greta Momesso che invece venne ferita da una candela esplosiva nel duomo di Motta di Livenza.
Maisano, che da decenni si occupa del caso, in particolare ha indicato un capello bianco e una traccia di saliva come indizi da verificare che potrebbero riaprire il caso Unabomber italiano. I reperti erano stati individuati dopo il sequestro di un uovo esplosivo al supermercato “Il Continente” di Portogruaro e catalogati nei tanti faldoni dell'inchiesta.