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“Una pubblicità lesiva per la dignità”: è bufera sulla discoteca “sessista” di Pesaro

Una campagna pubblicitaria che sicuramente ha attirato l’attenzione del pubblico, certo non l’effetto sperato dai gestori del locale pesarese. La Cgil locale ha indetto una campagna di protesta, invitando i residenti a segnalare la pubblicità sessista agli organi competenti.
A cura di C. M.
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tris maxidancing

Probabilmente pensavano fosse un'idea pubblicitaria simpatica, allusiva ma non eccessivamente sessista. Invece il manifesto pubblicitario della discoteca Tris Maxidancing di Schieppe di Orciano, locale in provincia di Pesaro, ha scatenato un vero e proprio putiferio in zona, arrivando a mobilitare la segreteria provinciale della Cgil e i media locali. "Una pubblicità orribile. Invito tutti i cittadini a inviare una segnalazione all'Agenzia italiana pubblicità", ha dichiarato la segretaria della Cgil di Pesaro, Simona Ricci, chiedendo l'intervento non solo delle autorità, ma anche l'attivazione concreta della cittadinanza del territorio, invitata a protestare contro un'iniziativa palesemente sessista. Nell'immagine utilizzata per la pubblicità al centro dello scandalo si vede una ragazza seduta con le gambe divaricate e al centro una cassa da discoteca e lo slogan "La musica che vibra".

Il manifesto doveva servire a pubblicizzare la riapertura del locale e la conseguente serata di inaugurazione prevista per sabato 3 settembre. La pubblicità non è passata inosservata e in seguito alla denuncia della Cgil locale, numerose sono state le critiche dei residenti della zona che, spinti dall'indignazione, hanno manifestato il proprio sdegno anche su Facebook. "Una pubblicità terrificante. Ho già inviato la mia segnalazione all'agenzia apposita e invito tutti a farlo. Ci impegniamo tanto, anche nelle scuole, con campagne di sensibilizzazione sulle pari opportunità o con accordi istituzionali specifici. Poi però escono immagini di questo tipo e spazzano via tutto il lavoro fatto fino ad oggi", ha proseguito la Ricci.

Contattato telefonicamente da alcuni cronisti locali, il gestore della discoteca si è detto piuttosto stupito, sostenendo di non essere a conoscenza delle proteste. "Non sapevo nulla di queste polemiche. Non mi sembra un'immagine offensiva. Non abbiamo utilizzato l'immagine di una donna nuda. Magari farò maggiore attenzione la prossima volta ma non la ritengo una campagna pubblicitaria offensiva. Togliere i manifesti? Impossibile. Non ci sono i tempi tecnici per stamparne di nuovi e promuovere l'apertura di sabato prossimo", ha dichiarato alla stampa Emanuele.

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