Una protesi per correre: il coraggio di Marck, che rinuncia a una gamba per salvare il suo futuro
"Sono nato con una displasia del femore che ha fatto sì che, durante lo sviluppo, la mia gamba sinistra sia cresciuta più corta rispetto alla destra". Racconta la sua storia a Fanpage.it Marck Crespi, ventriteenne originario della Costa D'Avorio, residente a Busto Arsizio (Varese), grande appassionato di musica.
Nel corso della sua esistenza Marck ha subito in tutto undici operazioni di allungamento tra l'Italia e la Svizzera, senza mai riuscire ad acquisire una mobilità piena. Fino al suo arrivo, nel 2018, all'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. Qui il medico che lo ha preso in cura, il Professor Cesare Faldini, lo ha messo davanti a una scelta difficile, ma che avrebbe potuto cambiargli – in meglio e per sempre – la vita.
"Marck è nato con una ipoplasia del femore sinistro che lo ha portato a subire diversi interventi di allungamento. Di fatto con un fissatore esterno si può tirarlo e farlo crescere", ci spiega Faldini, Direttore della Clinica Ortopedia 1 del Rizzoli. "Ci sono però dei limiti, perché mentre l'osso risponde a questa trazione abbastanza bene, i muscoli, i tendini e le arterie tendono invece ad opporsi a questa trazione". Così è capitato a Marck, che nonostante la sua determinazione, le cure e l'amore dei suoi genitori e dei suoi amici, non è mai riuscito a camminare normalmente. Tale limite non gli ha comunque impedito di appassionarsi ad alcuni sport – la pallanuoto, ad esempio – e a condurre una vita sociale ricca ed appagante.
"Il mio obiettivo è sempre stato riuscire a camminare senza stampelle", confida Marck. Obiettivo che gli ha dato la forza di sottoporsi ad ogni operazione chirurgica con grande energia e positività. "L'intervento più duro è stato quello prima dell'amputazione, l'estate scorsa. Dopo quattro mesi di gesso e dolori costanti, il mio ginocchio non ha risposto come i medici speravano. A quel punto il Professor Faldini mi ha messo davanti una scelta forte, che avrebbe potuto cambiarmi la vita, ovvero quella di amputare la gamba e sostituirla con una protesi artificiale di ultima generazione".
L'intervento di amputazione
"È stato abbastanza difficile fare a Marck questa proposta – racconta il Professore – perché sono conscio di quanto possa essere frustrante per un paziente che per più di vent'anni ha subito operazioni di allungamento alla gamba, sentirsi dire che è meglio rinunciarvi. Ma avevo la ragionevole certezza che con un trattamento protesico precoce Marck avrebbe potuto ottenere molto di più che con il suo arto".
"Il primo momento in cui ci è stata fatta la proposta dell'amputazione, ho avuto una reazione di rabbia", racconta la mamma di Marck, Chiara Taglioretti. "Dopo il primo momento, però, ha prevalso un altro tipo di pensiero. Ad ogni buon conto, la cosa più importante per me era che Marck fosse convinto della scelta che stava per compiere".
Una scelta da cui, Mark questo lo sapeva, non si torna indietro. Il giovane aspirante fonico e compositore musicale ha così iniziato un percorso psicologico finalizzato a comprendere cosa fare della sua gamba, se continuare a tentare di curarla o se sostituirla con una protesi. "È stato un periodo piuttosto difficile, perché per quanto quella gamba mi avesse sempre creato dei problemi, era una parte di me e rinunciarci non è stato semplice". "Cosa ti ha spinto ha prendere quella decisione?", gli abbiamo chiesto. "La consapevolezza che l'amputazione mi avrebbe portato ad un futuro migliore, in cui. non dovrò più rinunciare a fare una lunga passeggiata, a correre, ad aiutare mia madre con i sacchi della spesa".
Così Marck ha deciso di sottoporsi all'ultimo intervento. "Avevo paura che il Covid rallentassi di nuovo tutto, invece nel giro di qualche mese il Prof. Faldini e la sua squadra mi hanno operato".
Era il 14 marzo 2022, all'alba. "Ricordo che c'era un bellissimo cielo rosso fuori dalla finestra dell'ospedale". "Come ti sentivi il giorno dell'operazione? Eri spaventato", gli chiediamo ancora. "Un po' spaventato, sì, ma più che altro curioso. Curioso di sapere cosa sarebbe successo durante e dopo l'intervento, come sarebbe stata la mia nuova vita, alla quale avevo avuto il tempo di prepararmi".
La protesi e le nuove prospettive
"A Marck abbiamo eseguito l'amputazione sopra il ginocchio con una tecnica particolare che ci ha permesso solo sette giorni dopo l'operazione di applicare una protesi immediata. È stato operato lunedì, domenica lo avevamo già messo in piedi", spiega ancora Faldini. Ora Marck è in attesa di essere dimesso dall'Ospedale Rizzoli di Bologna che avverrà a giorni. Poi inizierà un periodo di riabilitazione fino all'applicazione della protesi definitiva, che gli permetterà di abbandonare le stampelle e camminare da solo, ma anche di correre e praticare lo sport che tanto ama.
Elemento fondamentale nel suo percorso di guarigione, oltre alle cure e all'amore dei suoi cari, è stata la sua passione per la musica. "La musica per me è sempre stata una specie di terapia. C'è un brano a cui sono particolarmente affezionato, si chiama "Die To Rise" (letteralmente "Morire per Rinascere") e l'ho composto prima di subire l'operazione di amputazione, per dire addio alla mia gamba". Il brano di Marck è a corredo del nostro servizio video.