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Una polverina e l’acqua diventa vino Dop: scoperta maxi truffa milionaria

Con un “wine kit” creavano finti vini italiani di marca, dall’Amarone al Barolo: un’indagine dei carabinieri durata due anni per scoperchiare una delle più grandi truffe ai danni delle aziende vitivinicole del nostro Paese.
A cura di Angela Marino
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Avevano realizzato il cosiddetto "Wine kit" per produrre finti i vini italiani che venivano venduti all'estero come prodotti Dop e Igp. Si tratta della truffa internazionale da 28 milioni di euro realizzata da due società responsabili di aver messo in commercio il kit in grado di produrre bottiglie contraffatte con etichette corrispondenti a 24 tipi diversi di vini DOP e IGP. Tra i marchi contraffatti i celebri Barolo e Amarone. Il business era curato da due società gemelle: una italiana con sede a Reggio Emilia e l'altra con sede all'estero creata allo scopo di bypassare la normativa comunitaria e quella nazionale.

Quattro persone sono state arrestate con l'accusa di associazione a delinquere transnazionale finalizzata alla frode commerciale, nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla Procura di Parma e dalla Procura di Reggio Emilia, in collaborazione con l'Agenzia delle Dogane. I quattro avevano dato vita ad una vera e propria rete capillare e diffusa dei vini contraffatti che si occupava di tutti gli aspetti gestionali legati al traffico: dalla produzione del kit, con polvere di mosto concentrato e le relative etichette, alla composizione delle ricette, fino alla cura delle modalità di commercio e diffusione. Le indagini, durate quattro anni, sono state condotte dal comando dei Carabinieri per le Politiche agricole e alimentari e coordinate dal sostituto procuratore della Procura di Reggio Emilia Maria Rita Pantani e con l'ausilio dell'Area Antifrode della Direzione Interregionale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e del servizio Antifrode dell’Ufficio delle Dogane reggiano. Nell'ambito dell'indagine è stata emessa dal Gip un'ordinanza di divieto di esercitare determinate attività imprenditoriali a carico di un imprenditore emiliano e della donna che era a capo della ditta estera.

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