Caro Schettino,
immagino lei stia assistendo, in queste ore, come l'Italia intera, allo show del Giglio. La "sua" nave è da venti mesi piegata sul fianco, come l'ha lasciata quella notte, quando è scappato come un topo mentre qualcuno moriva. Provo a immaginare le sue sensazioni. Chissà cosa le passa per la mente. Lei aveva un bel lavoro, era al comando di quella meravigliosa città di luci e divertimento, salpava con la divisa bianca e non doveva che lasciar fare agli strumenti. Sono navi che vanno da sole. Invece ha voluto esagerare. Avvicinarsi alla costa, salutare l'isola, fare l'inchino, giocare con la vita delle persone, e sentirsi pieno di sé. Gonfio come una rana. Un personaggio dei film di Sordi: non le bastavano la divisa e il ponte d'onore, ha voluto fare la smargiassata.
C'è molta Italia nel suo comportamento di quella sera ma ce n'è molta anche in quella che oggi sta lavorando duramente. E' una fotografia, il Giglio, oggi. L'Italia delle guasconate, del potere esibito, dell'irresponsabilità che lei rappresenta così bene, e l'Italia che si rimbocca le maniche. Ecco perchè lo show sta entrando con tanta forza nelle case degli italiani. Quella nave ferita da un irresponsabile sembra il nostro Paese. Se si rialza, magari ci rialziamo tutti con lei.