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Una fiaccolata dopo l’omicidio di Jenny Cantarero: dall’inizio dell’anno in Sicilia uccise 13 donne

L’assassino di Jenny Cantarero, la 27enne ammazzata a Misterbianco, non è ancora stato ritrovato. Le forze dell’ordine mantengono il più stretto riserbo sullo stato delle indagini. Organizzata intanto una fiaccolata contro la violenza sulle donne: appuntamento diventato ormai una triste abitudine, nella Sicilia delle 13 donne ammazzate in un anno.
A cura di Luisa Santangelo
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Di lui non c'è ancora traccia. Si sa che è un uomo sulla trentina, che ha qualche precedente penale e che con Jenny Cantarero aveva avuto una relazione sentimentale burrascosa. Sull'uomo sospettato di avere ucciso la sua ex compagna la sera del 10 dicembre, in via Alfred Nobel, a Misterbianco, non ci sono altre informazioni. Sembra che una telecamera di videosorveglianza del paese alle porte di Catania abbia ripreso un uomo in scooter, con un casco integrale, allontanarsi. Potrebbe essere lui ma i carabinieri, che indagano sul caso diretti dalla procura di Catania, non confermano l'informazione. Fonti investigative dicono che ci si sta muovendo per fargli "terra bruciata attorno". Per arrivare prima di lui ai covi possibili, ai possibili fiancheggiatori. Per costringerlo alla resa. Ma lui ancora sfugge agli inquirenti.

La Sicilia nel 2021 ha già contato 13 donne uccise e Jenny, 27 anni e una figlia di quattro, è l'ultima. È stata ammazzata a colpi di pistola: gli spari l'hanno raggiunta alla testa, al viso. L'autopsia si è svolta ieri pomeriggio, la salma è per il momento sotto sequestro. Non appena sarà dissequestrata si potranno svolgere i funerali: a Catania, lo anticipa il sindaco etneo Salvo Pogliese, sarà lutto cittadino. E i servizi sociali staranno vicini alla famiglia della piccola. Sua nonna, la mamma di Jenny, è una dipendente della Pubbliservizi, una società partecipata della ex provincia catanese. "In quanto sindaco metropolitano – dice Pogliese – È parte della nostra famiglia".

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Il primo cittadino parla dalla fiaccolata – ormai un'abitudine dopo fatti simili – che si tiene in piazza Berlinguer, nel quartiere di Lineri, a Misterbianco. A poche traverse di distanza dal panificio Zappulla, dove Giovanna Cantarero lavorava e di fronte al quale è stata assassinata, appena uscita dal lavoro. Il Comune misterbianchese aveva annunciato un percorso dalla piazza del rione fino al luogo del delitto. Ma poi, ufficialmente per evitare assembramenti difficili da gestire, si è optato per un sit-in. Nel primo pomeriggio di ieri una giornalista, inviata del programma Ore 14 di Rai 2, ha denunciato di fronte alle telecamere di essere stata minacciata dal titolare del panificio-pasticceria. L'esercizio commerciale era chiuso. "La nostra comunità è profondamente turbata da un fatto che ci addolora – afferma Marco Corsaro, appena eletto primo cittadino – Per questo abbiamo organizzato questa fiaccolata, per dire ‘no' a ogni forma di violenza".

In piazza Berlinguer, accanto a Corsaro, c'è Pogliese da Catania e ci sono altri sindaci e amministratori dell'hinterland. C'è anche la deputata regionale del Movimento 5 stelle Jose Marano, misterbianchese anche lei: "Questo è un problema culturale, non possiamo sentire ogni giorno che una donna è stata uccisa". Anche tra i partecipanti alla manifestazione – pochi comuni cittadini e molti politici – la linea è la stessa. Non c'è nessuno, però, dei conoscenti o degli amici della vittima: lei non frequentava Misterbianco, a sentire la sua mancanza sono i residenti del quartiere in cui viveva, nei pressi di via Palermo, nel capoluogo etneo. Alcuni bambini, spontaneamente, circondano di candele lo striscione con la scritta "Basta violenza", ma il messaggio sembra non essere ancora sufficientemente forte. "È il secondo caso simile in pochi mesi", commenta una cittadina con una candela in mano.

Il riferimento è a Vanessa Zappalà, uccisa quest'estate ad Acitrezza, frazione marinara del Comune di Aci Castello, dall'ex fidanzato poi trovato impiccato. Anche Vanessa lavorava in un panificio, anche lei è morta per i proiettili sparati in viso. Lei aveva denunciato stalking e maltrattamenti, senza che questo le salvasse la vita. Giovanna Cantarero sembra che non si fosse rivolta alle forze dell'ordine.

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