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Poliziotti arrestati a Verona, ultime notizie

“Un video mostra le violenze dei poliziotti”: parla Nicolae, l’uomo trascinato nell’urina a Verona

Fatto salire in macchina, aggredito con lo spray urticante, condotto in Questura, malmenato. La storia di Nicolae D. e del suo amico Gae U. sulle violenze subite in Questura a Verona.
A cura di Elia Cavarzan
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Nicolae D.
Nicolae D.
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Quando i due agenti arrivarono al bar in cui Nicolae D. e Gae O. stavano trascorrendo del tempo assieme, Nicolae comprese fin da subito che c'era qualcosa che non sarebbe andato per il verso giusto. "Sono venuti direttamente da me a chiedermi i documenti e a Gae niente", in riferimento all'amico che dice di aver assistito a tutta la scena.

Pochi istanti dopo era nel retro della volante e l'agente di polizia gli spruzzava in faccia lo spray urticante al peperoncino, secondo quanto racconta Nicolae. "Mi hanno messo in camera di arresto e lì ho chiesto di andare in bagno, se cortesemente potessi accedere ai bagni".

"Mi dissero di urinare dentro alla cella. Lo feci, entrò il poliziotto grosso che mi aveva arrestato e mi scaraventò sopra all'urina", continua a raccontare l'uomo.

Il suo amico Gae, che dal giorno in cui sono stati arrestati un ispettore di Polizia e quattro agenti per presunti atti di violenza nella Questura di Verona gli sta accanto, incalza: "L'hanno buttato sopra la sua urina".

Dopo circa un'ora e mezza – prosegue il racconto – "sono venuti a prendermi per portarmi in bagno e mentre erano dietro di me, con il bastone, il manganello, mi hanno colpito all'altezza dei reni e per circa venti minuti sono rimasto senza conoscenza".

Solo qualche momento dopo essersi ripreso Nicolae, sempre secondo la sua versione, sarebbe stato rilasciato alla sua vita in strada da senzatetto assieme al suo amico.

"Sarà mai possibile che accada questo?", spiega Gae O., "la tortura non esiste in Italia e continuano ad accadere queste cose. Adesso lo fermano appena lo vedono per chiedere i documenti".

Conclude Nicolae: "Mi hanno preso per i capelli e trascinato per andare alla sala impronte. C'è un video di questo, sono sicuro al cento per cento perché me l'hanno fatto vedere un po' al tribunale. Lì c'è tutta la verità".

"Speriamo che la verità venga a galla, la verità esce fuori sempre", aggiunge l'amico accanto a lui.

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A finire agli arresti domiciliari, con un provvedimento scattato all'alba del 6 giugno scorso, sono stati un ispettore e quattro agenti di Verona, accusati in almeno sette occasioni di aver abusato di persone sottoposte alla loro custodia.

Nell'ordinanza del gip Livia Magri che dispone le misure cautelari si sottolinea come gli indagati "abbiano tradito la propria funzione, comprimendo i diritti e le libertà di soggetti sottoposti alla loro autorità, offendendone la stessa dignità di persone, creando essi stessi disordine e compromettendo la pubblica sicurezza”.

I cinque agenti avrebbero preso a schiaffi, insultato e accecato con lo spray al peperoncino le vittime. Oltre alla tortura, ai cinque sono stati contestati, a diverso titolo, anche i reati di lesioni, falso, omissioni di atti d'ufficio, peculato e abuso d'ufficio.

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