Un milione di bambini e adolescenti in Italia perde soldi con slot e poker online
E' di qualche giorno fa la notizia che quasi un milione di ragazzini in Italia ha scommesso la propria paghetta su lotterie, bingo o giochi online. Eppure, come scrive, oggi La Stampa, ad attirare i giovanissimi non sono solo le più ‘classiche' slot machine. Bambini e adolescenti italiani (fra i 10 e i 17 anni) giocano praticamente a tutte: scommesse, poker, fantacalcio. "Io e i miei amici andiamo nelle sale scommesse e puntiamo sulle partite. Una volta ho vinto 700 euro, l’altra insieme a due amici 400 euro. Come facciamo a entrare in una sala scommesse? Alcune volte non ci chiedono il documento, altrimenti chiediamo a un adulto di giocare per noi. Magari a uno dei lavavetri dei semafori. Gli diamo un paio di euro e il problema è risolto", scrive Maria Combi, citando uno dei presunti mini-giocatori d'azzardo.
Texas Hold’em è la versione americana del poker, la Cadillac del poker, come dice Matt Damon in «The Rounders». «Basta iscriversi a un sito e dare una carta di credito. Io ho quella ricaricabile su cui mi mettono la paghetta o i regali di compleanno», spiega Leonardo. «E ci gioco dando i dati di mia madre».
Lei se ne accorge? «E come potrebbe? Certo lo sa e mi fa la predica, una volta mi ha tolto tutte le cose elettroniche compreso il router del wi-fi, ma poi ha ceduto perché il computer mi serve per fare i compiti, e sul tablet ci sono i libri di testo».
I dati dell'indagine realizzata in Italia sul gioco nei minori, promossa dall'Osservatorio Nazionale sulla salute dell'infanzia e dell'adolescenza (Paidòss) sono allarmanti. Almeno 800.000 adolescenti italiani fra i 10 e i 17 anni che praticano gioco patologico e puntano soldi, ovvero il 20%, uno su 5. Ma la ludopatia affliggerebbe anche i più piccoli: addirittura 400.000 bimbi fra i 7 e i 9 anni avrebbero avuto esperienze scommettendo la paghetta dei genitori su lotterie, scommesse sportive e bingo. E il problema, indirettamente, riguarderebbe anche degli stessi mamma e papà: secondo i dati della ricerca, i genitori spesso sono ignari del fenomeno: uno su tre afferma di non ricordare o non sapere se i propri figli abbiano mai puntando soldi. Il 75 per cento dei genitori, secondo l’indagine, se cogliesse il proprio figlio con le mani in fallo – davanti ad una slot o al computer al poker online – riterrebbe necessario intervenire. Eppure il 90 cento, in base a quanto dichiara il campione costituito da mille genitori, non fa neanche di cosa si sta parlando col termine "ludopatia" e il 70 per cento non ha mai parlato dell'eventuale problema in famiglia.