Un medico di Palermo è il primo al mondo nel trattamento del dolore da cancro
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Il dipartimento di Oncologia della clinica La Maddalena di Palermo ha ottenuto un importante riconoscimento internazionale: il dottor Sebastiano Mercadente, direttore dell'unità di terapia del dolore, appartiene al gruppo ristretto dei maggiori specialisti al mondo sul dolore oncologico degli ultimi dieci anni.
Lo rivelano i dati di ‘Expertscape', un'agenzia di rating che certifica il livello degli esperti in tutte le categorie della medicina. In particolare, lo specialista palermitano è risultato il primo al mondo nella specialità "dolore da cancro". La selezione è basata su un algoritmo di ‘PubMed', motore di ricerca e banca dati degli Stati Uniti, che prende in esame non tanto del numero delle pubblicazioni scientifiche, ma soprattutto la qualità dei lavori e dell'impatto sulla letteratura. Un importantissimo risultato per Sebastiano Mercadante, già insignito negli anni di altri riconoscimenti internazionali. Mercadante, inoltre, è membro della lista Top Italian Scientists, gruppo selezionato di autori italiani nel mondo col maggiore impatto sulla letteratura scientifica.
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Nel dipartimento oncologico "La Maddalena", Mercadante ha istituito una struttura d'avanguardia dedicata ai pazienti oncologici acuti, per l'approccio precoce con le cure di supporto e del controllo del dolore, a cui recentemente si è affiancato un hospice per i malati in fase avanzata di malattia. "È un riconoscimento che non giunge inaspettato dopo questi lunghi, faticosi, ma meravigliosi anni di carriera – dice Mercadante – . La maggiore soddisfazione però risiede nel fatto che tutto ciò sia stato possibile a Palermo, da dove ho deciso vent'anni fa di non espatriare per altri lidi, attratto dalle sirene dei grossi centri all'estero. Infatti, l'apprezzamento che viene dai miei colleghi è dovuto alla realizzazione di un'attività clinica, scientifica e d'insegnamento ad una latitudine che generalmente non facilita il compito di uno studioso. Ringrazio i miei collaboratori per il lavoro svolto lontano dai riflettori", conclude.