Un italiano su cinque rinuncia al dentista perché costa troppo: l’inchiesta di Altroconsumo
I costi per le cure dal dentista pesano sulle tasche degli italiani. L'ultima rilevazione dell'Istituto Superiore di Sanità parla in media di una spesa media di oltre 8 miliardi di euro all'anno. Le difficoltà nel coprire i costi e il fatto che solo le fasce economicamente più deboli riescano ad accedervi (almeno in parte) gratuitamente sono due spie di rilievo del fenomeno.
È per questi motivi che nell'ultimo biennio un cittadino su cinque ha rimandato o cancellato visite e controlli odontoiatrici. Di cui il 24% dice di aver subito un peggioramento della propria salute orale.
A svelarlo è l'ultima inchiesta di Altroconsumo che ha interrogato oltre 1.000 cittadini tra maggio e luglio del 2024. L'indagine riporta numeri di nota: il 67% degli intervistati va dal dentista per un controllo almeno una volta all'anno, la parte restante (3 persone su 10) è molto più saltuaria.
Come mai? Il 48% delle risposte segnano la casella "È troppo costoso o non può permettersi il costo", il 35% non lo reputa necessario e il 18% "ha paura". Altro dato che emerge è il 15% di italiani che non vanno tanto spesso dal dentista, nonostante abbiano un'assicurazione che copre le cure.
3 italiani su 10 sono insoddisfatti della copertura assicurativa
"Forse perché la copertura è insoddisfacente – spiega Altroconsumo – visto che 3 italiani su 10 non sono soddisfatti dei rimborsi che ricevono". I motivi sono presto detti: il 44% è condizionato dall'importo della franchigia, il 40% dal premio annuo e il suo aumento, il 35% dal contratto di assicurazione, il 33% dall'importo del rimborso, il 31% dalle tempistiche degli stessi rimborsi e il 30% dalla gestione amministrativa. Quasi la metà di chi è coperto da un'assicurazione ha ottenuto un rimborso parziale, il 29% per intero.
La misura, evidenzia l'associazione dei consumatori, "copre poco" e "spesso impone di andare da un dentista convenzionato. Gli italiani preferiscono affidarsi a un professionista di fiducia e, quindi, restano scoperti oppure costretti a pagare una franchigia più alta". Parole confermate dal 46% degli intervistati che "sceglie il dentista con cui ha già avuto un'esperienza precedente e solo il 4% perché convenzionato con l'assicurazione".
Il 72% usa ancora lo spazzolino manuale
Il considerevole numero di persone che non si sottopongono a controlli regolari mostrano "una scarsa consapevolezza dell’importanza della prevenzione e di quanto la salute orale sia importante per lo stato di salute generale", sottolinea Altroconsumo. Proprio la bassa attenzione all'igiene orale quotidiana è un altro dei tasselli dell'inchiesta.
Il 56% non usa il filo interdentale, il 73% lo scovolino per prevenire problemi parodontali legati all'accumulo di placca. Quasi la metà degli italiani, inoltre, non reputa importante l'uso del dentifricio con il fluoro (ingrediente che "contribuisce al processo di rimeneralizzazione" dei denti "rendendoli più protetti dall'attacco delle carie").
Lo spazzolino manuale ancora regna (è usato nel 72% dei casi), ma si sta facendo spazio anche quello elettrico (46%). "Il consiglio è di lavare i denti almeno due volte al giorno per almeno 3 minuti usando anche scovolino e filo interdentale", dice Altroconsumo.
A mettere i puntini sulle i è il responsabile Relazioni esterne di Altroconsumo, Federico Cavallo: "Sempre più cittadini rinunciano alle cure: nel 2023 sono stati 4 milioni e mezzo, un trend confermato anche dalla nostra indagine sulle cure odontoiatriche. Servono investimenti aggiuntivi, più medici e infermieri: intervenire è ormai un'urgenza".
E conclude: "L'inchiesta conferma che la sanità pubblica italiana è in difficoltà per carenza di personale e mancanza di investimenti. In Italia, la spesa sanitaria pubblica è al 6,2% del Pil, sotto la media europea del 6,8%".